Blood Youth – Furia Cieca
Il 27/06/2017, di Andrea Schwarz.
Giovani. Arrabbiati. Con il fuoco dentro e una grande urgenza di tirar fuori quello che hanno dentro loro stessi. Questo l’identikit dei britannici Blood Youth che abbastanza in fretta arrivano a pubblicare il loro album d’esordio intitolato ‘Beyond Repair’ su Rude Records, la stessa che qualche mese fa ha tenuto a battesimo egregiamente l’ultima recente scoperta made in UK, gli As Lions.
Qualche mese fa è uscito il primo album dei vostri compagni di scuderia, gli As Lions. Voi vi muovete su coordinate stilistiche diverse ma immagino che gli inizi sono un po comuni a tutte le band del mondo, giusto?
‘Tutto è cominciato nel 2015 quando ricevetti una chiamata da Chris Pritchard, mi trovavo in un altro Paese per altri progetti ma accettai il loro invito a fare alcune prove insieme. Come immagini le audizioni andarono bene, cominciammo subito a lavorare a quello che fu il nostro primo ep ‘Inside My Head’ del 2015. Caspita, pensando a quello che abbiamo passato stiamo solamente parlando di due anni fa!’.
La vostra determinazione è encomiabile pensando ai vari cambi di line up ai quali avete fatto fronte. Quanto tutto questo ha influenzato il vostro sound?
‘È qualcosa di assolutamente naturale, fin dagli inizi tutto ruotava intorno a me, Chris Pritchard e Sam Hallett ma purtroppo Matt Powels e Sam Bowden hanno deciso di prendere strade diverse, siamo ancora buoni amici. Fortunatamente il nostro approccio e modo di intendere la musica non è mai cambiato.’
La vostra etichetta, Rude Records, ha scommesso sulle vostre qualità fin dagli inizi, quando ancora eravate una band sconosciuta. Sei d’accordo?
‘Ai ragazzi dell’etichetta dobbiamo dire un grazie enorme, hanno creduto in noi sin dal principio accompagnandoci nella realizzazione di questo album come dei precedenti ep. Artisticamente ci lasciano campo libero ed è una qualità rarissima in questo music business, per noi è basilare avere la loro fiducia e questa libertà compositiva.’
Lavorare ad un full lenght album è cosa diversa rispetto ad un ep, non solo per una questione di minutaggio ma soprattutti a livello concettuale. Come vi siete trovati in questa nuova avventura?
‘Le modalità di lavoro e l’approccio tra ep e full lenght sono totalmente diverse, mi piaceva pensare al disco come ad un viaggio nel quale poter esplorare emozioni e sentimenti differenti accompagnando l’ascoltatore per mano. La gente si aspettava una produzione pulita ed iperlavorata ma noi abbiamo fatto totalmente l’opposto.’
Uno degli aspetti salienti del vostro sound è rappresentato dal sound tagliente ed heavy delle chitarre, basta prendere il brano ‘What I’m Running From’ per rendersene conto. Sei d’accordo?
‘Questi suoni grezzi ed heavy sono stati raggiunti grazie all’aiuto di Jonny Renshaw ai Bandit Studios, Chris (Pritchard, ndr) ha sudato le proverbiali sette camicie per trovare questo suono distintivo che ci caratterizza, lavorando a ‘Beyond Repair’ Chris è stato un po influenzato dai primi Slipknot e Korn contribuendo così al risultato finale.’
I cori e le parti melodiche pulite ricordano a tratti bands modern rock come Three Days Grace, non è sempre facile riuscire ad incastonare queste parti in una struttura sempre tirata che non lascia spazio per respirare…che ne dici?
‘E’ bello ricevere complimenti ed assonanze nuove, vuol dire che la nostra musica suscita negli ascoltatori cose e sfumature diverse, ne sono felice. Solitamente creiamo prima i cori e le parti melodiche per poi costruire attorno la canzone vera e propria con l’obiettivo di trovare un buon compromesso tra parti pulite ed heavy.’
Questo album di debutto si dimostra essere molto compatto e d’impatto il cui limite però è quello di avere una serie di brani un pò troppo simili ed omogenei tra di loro rendendo l’ascolto un pò indigesto volessimo farlo tutto d’un fiato…
‘Scriviamo e creiamo musica che i nostri fans così come noi stessi vogliamo sentire. Amiamo la melodia e partiture più aggressive, siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a produrre, personalmente credo invece che ci sia un sacco di varietà: non abbiamo mai scritto canzoni come ‘Pulling Teeth’, ‘What I’m Running From’ e ‘Man Made Disaster’, se avessimo realizzato un album diverso da quello che i nostri fans si sarebbero aspettati avremmo scontentato tanta gente e non era quello il nostro intento.’