Annihilator – Never Givin’ Up

Il 23/02/2017, di .

Annihilator – Never Givin’ Up

Gli Annihilator non hanno bisogno di grandi presentazioni, con tanta caparbietà sono passati attraverso innumerevoli peripezie artistiche che però non hanno scalfito la coerenza artistica di Jeff Waters, anzi ne hanno fortificato il proprio credo presentando il nuovissimo box-set intitolato ‘Triple Threat’: un gustoso come back dove fans e non potranno deliziarsi con versioni acustiche dei loro classici così come vederli in tutto il loro splendore in versione live.

Ennesima intervista di una giornata molto piena passata a rispondere alle mille domande che giornalisti di tutto il mondo si sono ‘divertiti’ a fare al buon Jeff Waters in occasione della pubblicazione dell’ultima release intitolata ‘Triple Threat’, il clima è totalmente e meravigliosamente rilassato.

Come fai Jeff a mantenere tutta questa pazienza?
Quando fai qualcosa che ti piace e che ti aiuta a pagare le bollette, non risulta faticoso e quindi affronti tutto con uno spirito positivo.

Solitamente nelle foto sessions e nei video sembri avere sempre un piglio ‘se mi fanno arrabbiare vedete come vi sistemo’ ma al telefono questa impavida impressione svanisce come neve al sole fin dal tono della tua voce, rilassata e loquace cosa che capita di rado. E di questo ti ringrazio. Vorrei partire parlando immediatamente del nuovo arrivato in casa Annihilator che farà felici i vostri fans trovandosi di fronte a versioni acustiche di alcuni classici, una registrazione live dell’esibizione al Bang Your Head Festival del 2016 ed un behind the scenes proprio ripreso dallo stesso festival.Com’è nata l’idea?
Tutto è cominciato a dicembre del 2015 quando la nostra etichetta discografica mi chiese di poter pubblicare una serie di DVD live ed inizialmente la mia non fu una reazione molto entusiastica perchè non avevo materiale a disposizione, non volevo fare qualcosa di noioso andando a riprendere qualcosa che avevo in archivio giusto per togliermi il pensiero. In maniera molto seria la UDR ha messo sul piatto una seria proposta economica, il che succede molto raramente nel music business attuale, ed allora abbiamo cominciato a studiare come poter mettere insieme delle idee che potessero realmente rendere giustizia al progetto originario. Allora è saltata fuori l’idea di un triplo dvd, il primo appunto live, poi si è aggiunta l’ipotesi di registrare un piccolo documentario che potesse in qualche modo stuzzicare la curiosità del nostro affezionatissimo pubblico sulla nostra realtà lontano dai riflettori mentre per il terzo dvd si è pensato di prendere alcune delle nostre ballad e canzoni più melodiche proponendo un’insolita quanto inusuale versione: acustica. Ho chiesto ad alcuni amici musicisti di darmi una mano, ecco che sono venuti in soccorso amici come Marc LaFrance e Pat Robillar, quest’ultimo fondamentalmente è un chitarrista rock/blues. E questo è stato un bene perché siamo 5 musicisti che arrivano da esperienze diverse così come lo è il nostro background ma proprio per questo sono convinto che sia stato un bene per la buona riuscita delle sessioni acustiche.

L’esperimento è alquanto interessante, ascoltare brani come ‘Stonewall’ o ‘Snake In The Grass’ è un toccasana, un modo per ridare lustro a canzoni che possiamo considerare come ‘classici’ donandole nuova vita. Io sono sempre stato dell’idea che una buona canzone è tale quando emoziona in versione elettrica come in quella acustica, sei d’accordo?
In linea di massima sono d’accordo, anzi devo ammettere che dalle mie parti ci sono anche tanti artisti che si divertono con risultati eccelsi a riprodurre classiche heavy metal ballads in versione country, una buona canzone è una buona canzone e non è importante il modo in cui le suoni. Ci sono ovviamente anche delle eccezioni a questo, ad esempio se prendo un brano come ‘Imperiled Eyes’ non credo che verrebbe bene in versione acustica. Diciamo che il 95% delle volte l’esperimento può riuscire ehe ehe!

I brani acustici qui presentati luccicano di vita nuova, salta all’occhio il tuo ghigno felice alla fine del suo assolo su ‘Fantastic Things’, segno della soddisfazione nell’aver eseguito egregiamente la canzone stessa le cui riprese sono state eseguite totalmente live…giusto?
Devo ammettere che ricordo quel momento che racchiudeva una forte tensione emotiva che mi faceva pensare ‘pfiuuu, finalmente sono riuscito a suonare il pezzo perfettamente senza dover registrare tutto da capo’ ehe ehe! L’ispirazione per la realizzazione di questi brani acustici ci è venuta guardando un bonus cd di ‘A Different Kind Of Truth’ dei Van Halen dove David Lee Roth ed Eddie Van Halen in maniera del tutto rilassata e naturale interpretarono alcuni loro classici dove era palpabile il clima rilassato, invece nel nostro caso nel 95% dei casi abbiamo dovuto mantenere altissima la concentrazione con una grande la tensione nervosa. La maggior parte dei brani sono stati eseguiti e registrati in un paio di volte ma abbiamo penato in 2 casi particolari andando ad inciderle una decina di volte: sono stato io quello che ha sbagliato maggiormente, aha aha!

Jeff, guardando la prestazione al Bang Your Head Festival i volti sono molto più rilassati riuscendo a trasmettere energia al pubblico presente. Nonostante una carriera pluriennale la scaletta del set acustico è prettamente incentrata sui primi dischi, scelta curiosa non trovi?
Non è stata una scelta fatta a tavolino, probabilmente i brani scelti erano quelli che meglio potevano essere realizzati in quella maniera. Effettivamente andiamo fino a ‘Refreshing The Demon’ con ‘Holding On’, hai ragione.

Annihilator sono una band che sul finire degli anni 80 / inizio anni 90 produssero autentiche perle che si scontrarono purtroppo con un mercato discografico che scoprì improvvisamente il grunge. Anche la vostra etichetta discografica dell’epoca tentò di convincervi ad adeguare il sound ricevendo un secco rifiuto. Certamente un momento di svolta fondamentale nel vostro percorso che vi portò ad essere scaricati, ricominciando da zero con l’album ‘King Of The Kill’….
È stato un momentaccio, è svilente quando ti chiedono di cambiare nome e sound del gruppo dovendo scopiazzare Biohazard / Sepultura / Pantera oppure tutti i gruppi grunge che impazzavano in quel momento….tutto il contrario di quello che dovrebbe essere l’heavy metal: essere fedeli a se stessi, suonare quello che ti piace senza seguire le mode. Non è successo solamente a noi ma a moltissimi altri gruppi, mi vengono in mente ad esempio i Vio-lence di Rob Flynn perché la sua creatura successiva sono stati i Machine Head con i quali ha intrapreso un’altra strada artistica. Prova a sentire il modo di cantare i brani così come il sound in generale, i Machine Head non avevano niente di cui spartire con il passato. Io ho intrapreso una strada diversa, ho seguito il mio istinto ed il mio background fatto di tonnellate di ascolti di Judas Priest, Van Halen, Scorpions, Black Sabbath ed Ozzy Osbourne così come Exciter ed i primi vagiti thrash metal degli Exodus e Metallica. Per me non è stato difficile rimanere fedele alle mie radici, ti stupirà ma anche Scorpions ed Ozzy Osbourne componevano ballads ed io ho seguito l’esempio in brani come ‘Crystal Ann’, non me ne sono mai vergognato. E ne troverai altre nella nostra produzione. Allo stesso modo se voglio suonare un pezzo più thrashy lo faccio senza problemi, fa tutto parte del mio bagaglio cultural/musicale e non riesco ad allontanarmi dalle mie radici. Mi piace dire che suono heavy metal per questi motivi e perchè è uno stile che incorpora al suo interno differenti sfaccettature e stili diversi come jazz, blues, classica. Tutto in una parola: heavy metal!

Gli Annihilator, indipendentemente dal loro stile musicale sono stati da sempre un po la tua band a causa di numerosi cambi di line up, un continuo via vai di musicisti che certo non ti hanno reso facile la vita, quasi come se non sentissi la pressione che ricade sulle tue spalle per la tua vita e quella della band in una simbiosi continua. Sbaglio?
Posso dirti che non è stato facile in tutti questi anni andare avanti, la maggiore difficoltà che ho incontrato è stata quella di trovare qualcuno che fosse interessato a lavorare con Annihilator seriamente e che non avesse problemi di alcol o droga. Poi è capitato anche che la collaborazione si dovesse interrompere per motivi familiari, quella è stata la parte più stressante. La fortuna è stata quella di provare e migliorare le mie capacità vocali permettendomi di concentrarmi sul songwriting invece che sulla line up.

Il futuro comunque non può che essere marchiato ancora una volta da una band sola, Annihilator!
Adesso ci stiamo preparando per qualche shows qua e là e con la stessa line up degli ultimi due anni stiamo preparando per il nuovo album. Mi occuperò ancora una volta delle parti vocali, se qualcosa andrà storto cercherò come ho sempre fatto di metterci una pezza: d’altronde potrei anche suonare le parti di basso senza problemi in studio quasi come se gli Annihilator fossero per il 49% Jeff Waters e per il restante 51% band. Ma sempre onesto con me stesso.

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