Battle Beast – Pronti a farvi male
Il 19/02/2017, di Alessandra Mazzarella.
Metal Hammer Italia ha avuto il piacere di fare compagnia a Noora Louhimo, la potente voce dei Battle Beast, durante il suo viaggio in treno verso la sala prove, discutendo del nuovo album della band.
Guardando Noora Louhimo esibirsi con i Battle Beast è impossibile non accorgersi di quanto sia diversa dallo stereotipo di frontwoman a cui siamo abituati: non solo per lo stile ruggente del suo cantato, ma soprattutto per l’atteggiamento che porta sul palco: aggressiva, ma non sguaiata, non seduce il pubblico con mise da red carpet hollywoodiano e pose plastiche, ma preferisce manipolarlo e sottometterlo trasmettendo la sua incredibile forza, sfruttando un fascino terribile, degno di una vera arpia.
Abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Noora mentre si dirigeva in sala prove. La prima, ovvia domanda che le rivolgiamo riguarda il nuovo album, ‘Bringer Of Pain’, il primo lavoro dei Battle Beast dalla separazione con il mastermind Anton Kabanen. “Dovete credermi quando dico che, per la prima volta, ci siamo sentiti liberi e sollevati. Tutti hanno contribuito alla realizzazione del nuovo album, tutti ci hanno messo il loro estro creativo e artistico ed è stato bellissimo. Sono infinitamente grata ai miei compagni per la loro presenza e il loro contributo. Questo è un periodo in cui abbiamo tutti i nervi a fior di pelle, perché siamo in attesa dei primi pareri della critica e aspettare è davvero logorante, ma quel poco feedback che abbiamo ricevuto era molto positivo e ne siamo contenti”.
Con l’uscita di Anton Kabanen dalla band, la reazione della critica nei confronti dei Battle Beast non è stata propriamente positiva: i più davano la band per spacciata senza Kabanen a tirarne i fili. Noora è assolutamente consapevole della situazione: “Fin dall’inizio sapevamo che convincere la critica senza Anton sarebbe stata un’impresa titanica, ma la gente deve capire che i Battle Beast non sono una sola persona, sono una band, e non basta un elemento a determinare il nostro valore. Sì, per portare avanti i lavori del nuovo album ci sono voluti nervi d’acciaio perché la pressione da parte di pubblico e critici era enorme, ma alla fine operare in questo modo ci ha portati a un risultato migliore, quindi grazie a tutti per l’ansia che ci avete messo addosso! Ora ascoltatevi questo album, stronzi che non siete altro!” conclude Noora ridacchiando.
È forse Noora a beneficiare più di tutti dell’assenza di Anton, avendo ora la possibilità di dimostrare le sue capacità di cantante al di là di quelle dei suoi fenomenali polmoni: “Con questo album ho avuto finalmente l’opportunità di far sapere a tutti che sono una cantante qualificata a tutto tondo; non sono brava solo a strillare come un’aquila, so fare molte cose con la mia voce e so adattarmi a ciò che ogni canzone richiede. Il compito del cantante è quello di tirare fuori tutte le possibili sfumature per rendere al massimo l’atmosfera che si vuole costruire, è un po’ come dipingere con la voce. Ti faccio l’esempio di ‘Beyond The Burning Skies’: è una canzone luminosa e piena di speranza (Noora ha una predilezione per le sinestesie, ndr) e non potevo semplicemente gridarla, aveva bisogno di essere interpretata in un certo modo, con dolcezza e forza. Da questa canzone si può avere un’idea abbastanza chiara di cosa riesco a fare”.
Il focus del discorso si sposta poi sulla realizzazione del video del primo singolo del nuovo album, ‘King For A Day’: “Girare questo video è stato pazzesco” racconta Noora “Abbiamo fatto un casting completamente aperto e, a parte i ruoli attivi, tutti coloro che volevano partecipare come pubblico nella scena del concerto dovevano semplicemente presentarsi, ed è venuta veramente tanta gente. Camminavi in mezzo a loro e li sentivi dire cose come ‘Oh Dio, questo è il più bel giorno della mia vita’. Sono stati a ballare la stessa canzone per cinque ore. Cinque ore, ti dico! E più il tempo passava, più volevano ascoltarla. Se questo non dimostra che ‘King For A Day’ è un’ottima canzone non credo ci sia altro modo di provarlo!”.
La fermata di Noora è ormai vicina quando le chiediamo l’ultima, tristissima, classica domanda che ogni donna nel metal si sente fare: come si vive in un mondo di uomini? “Ma sai che ti dico? Che questo non è per niente un mondo di uomini, è il mondo di tutti, indipendentemente dal sesso a cui apparteniamo. Finché fai buona musica quando sali su quel palco, al pubblico non interessa chi tu sia: ciò che importa è la qualità del nostro lavoro, e niente di più”.