The Devin Townsend Project – A Metà Strada Col Genio
Il 05/10/2016, di Paky Orrasi.
Metal Hammer Italia questo weekend ha aperto il nuovo sito con un’ondata di novità, tra cui il nostro Hammer Podcast. Il nuovo bimbo ha già raccolto una marea di ascoltatori, e questo è solo l’inizio. Ad aprire quest’avventura con me, un artista che amo, rispetto e che ancora mi sorprende con la sua umiltà: Devin Towsend!
The Devin Townsend Project sta percorrendo il North America per promuovere il nuovo album ‘Transcendence’, salito immediatamente nei numeri alti di qualsiasi classifica. Questa non è l’unica novità, Devin ha scritto il suo primo libro “Only Half There” un’onesta biografia, tra musica, filosofia, cadute e risalite. Il libro disponibile da devintowsendbook.com, un must-have per ogni fan.
Il suo celebre Wall of Sound, è diventato un portale, tramite il quale Heavy Devy è entrato in una dimensione alla quale pochi possono aspirare. Devin, in continua lotta con i suoi demoni alla fine è prevalso e quando riappaiono i suoni sono la sua milizia.
Vi proponiamo qui la versione in italiano della nostra intervista. Lui è sincero come sempre, profondo come al solito in esclusiva per inaugurare il nostro nuovo viaggio.
Devin prima di tutto voglio iniziare dal tuo libro dal titolo “Only Half There”. Un titolo che considero molto Devin. In quanto hai solo 44 anni eppure hai avuto già tanti capitoli nella tua vita e di certo hai ancora così tanta musica da dare. Quindi puoi dirci perché una biografia in questo momento e perché questo titolo?
Devo essere sincero all’inizio per soldi. Avevo preso una pausa di un anno e mezzo, non vi erano entrate dal tour, anche se siamo tutti stipendiati e quindi bisogna far continuare il circo. Quando mi hanno presentato l’idea mi sono detto che sono nei miei quaranta, non ho una storia lunga, ma solo una storia a metà. All’inizio ho rifiutato, in quanto non volevo scrivere solo per denaro, non avrei potuto mettere il mio interesse in qualcosa fatto solo per profitto. I manager mi chiesero di almeno provare a scrivere con un ghost writer, e accettai di provare e sperimentare. Quando mi arrivò il primo manoscritto era così sbagliato, era così bizzarro! Decisi quindi di fare una prova e scrivere solo il primo capitolo, mi resi conto che era interessante. Capii che se fossi stato sincero e oggettivo il libro mi avrebbe aiutato a vedere degli schemi nella mia vita e forse mi avrebbe aiutato. Inoltre capii che potesse essere anche da aiuto ad altri musicisti che sono come me indipendenti e avrebbero potuto capire il mio processo creativo ma anche il lato dello business musicale. Riguardo al titolo mia moglie quasi scherzando disse chiamalo “Only Half There” perché quello ti riassume, probabilmente lo disse tanto per suggerire qualcosa ma pensai che fosse davvero un buon titolo.
Scrivere un libro, specialmente un’autobiografia o qualsiasi libro che racconta una verità di se stessi può essere un processo che fa male, quando si raccontano momenti non particolarmente brillanti della propria vita, ma una volta pubblicato un libro è un oggetto, qualcosa fuori da noi stessi. Questo processo termina in una catarsi, ottenendo una sorta di liberazione. So che può suonare come un cliché, tuttavia credo che nel tua caso sia vero….
Il libro non è stato ancora letto, quindi non ho avuto ancora del tutto quel processo che descrivi. Comunque ho cercato di essere onesto, senza colpevolizzare nessuno, ma già solo ricordando delle cose…beh devo dire che è una vera rottura di coglioni, per questo ci ho messo un anno intero! Non sono uno scrittore, ma una volta iniziato a scrivere non avrei mai permesso a qualcun altro di continuarlo. Quindi non è stata una passeggiata, e credo che senza questo libro non avrei mai potuto confrontarmi con delle parti della mia vita.
Capisco, e credi che una volta concluso il libro tu abbia acquisito una diversa visione della tua vita, forse hai capito te stesso ?
Sì, credo di sì. Sai, quando scrivi, editi e correggi un’autobiografia, ti rendi conto di aver seguito degli schemi nella tua esistenza e se i risultati derivanti da questi non ti piacciono, se non sei una pazzo vuoi cambiarli. Credo che quindi ho perdonato me stesso alla fine di questo libro. Ho anche capito che dovevo prendermi cura maggiormente di me stesso, fisicamente e mentalmente ma anche ti ascoltare i miei bisogni e ad esempio fermarmi di tanto in tanto. Senza il libro probabilmente non l’avrei mai capito.
Bene, ora andiamo al nuovo album ‘Transcendence’. Un album che è appena uscito ma è stato già glorificato con grandiose recensioni e posizioni altissime nelle classifiche. Un album ancora differente e allo stesso tempo eccezionalmente Devin. Quindi quale è stata l’istigazione che ti ha portato a comporre questa musica?
Probabilmente, andare al fuori delle mie sicurezze. Il problema nello stabilire un suono per un musicista è che se piace, le persone poi ci contano, ma se scrivi musica come faccio io, succede che non hai più il bisogno di riscrivere lo stesso suono.
Ogni mio album ha un suono diverso e non è per provocare ma per rimanere onesto con chi sono in quel momento. Di per sé questo album identifica un suono nuovo, ma cosa questo uomo che ha fatto giá tanta musica rappresenta. Questo può suonare facile ma una volta che inizi davvero a connettere con esso…te finisci le opzioni di tematiche da cantare. Quindi ho davvero capito con chiarezza che dovevo andare fuori da suoni in cui stavo comodo. Il libro in questo senso ha aiutato tanto. Fare attività fisica ha aiutato tanto e anche diminuire il bisogno di controllo….
Difatti credo sia solo la seconda volta che lasci entrare qualcuno nel processo di scrittura. In quest’album hai voluto la band coinvolta, credi che questo sia uno spingersi aldilà della tua confort zone?
Assolutamente! Credo che se io fossi emozionalmente non disposto a cambiare non ci sarebbe il bisogna di cambiare il modo in cui faccio le cose e continuerei a farle da solo. Ma oggi per me importa di più il processo che la musica per se, la maniera in cui diventi te stesso, la maniera in cui maturi. Se gli schemi in cui ti muovi sono radicati nel controllo ed esso causa dei problemi allora questo deve essere cambiato.
Esattamente, io sono una persona che tende a controllare qualsiasi cosa per paura e diventa una sorta di prigione. Odio quest’aspetto di me stessa in quanto è una mania che ti fa perdere occasioni….
Esatto, inoltre, il controllo maniacale ti toglie la possibilità di dare alle persone la possibilità di correggerti, di dirti che non è così buono come pensi. Ma questo processo è solamente una crescita e non merita applausi. Sta tutto nel voler essere una migliore versione di te stesso, trovare in te le cose che non vanno bene e cambiarle, e questo è alla fine il tema dell’album.
In quest’album troviamo una nuova versione di ‘Truth’ (la versione originale uscì nell’album ‘Infinity’ nel 1998), ora non sono curiosa tanto sul perché ma vorrei sapere se questa canzone ha ora un diverso significato, una verità diversa.
Il pezzo era molto importante per me quando lo scrissi, già dal titolo era la verità di chi ero in quel momento. Naturalmente quello che per me è vero oggi è diverso da quello che era vero anni fa. In un certo senso entrambe sono importanti per me, perché ora registrandola di nuovo prende il significato originale ma in un certo senso riaggiornato. Seguendo cosa sia la mia verità oggi.
Credo sia una sorta di statement anche per te stesso. Una dei motivi per i quali ti rispetto è che vi è sempre un motivo dietro ogni decisione. Non fai mai le cose tanto per, vi è sempre una riflessione.
Grazie, inoltre per me la musica è il mio prodotto ma per me ha più significato e importanza il processo tramite il quale si arriva a scrivere un pezzo, rispetto al significato della canzone in se. Gli album vanno e vengono, tra qualche anno anche questo album suonerà datato, sai ma il processo tramite il quale scrivi in album rimane e si calcifica nella tua storia.
Hai già accennato al tuo voler prenderti cura di te stesso e del tuo fisico.
A riguardo abbiamo una cosa in comune: la passione per lo Yoga.
Le persone fuori dal nostro mondo di certo non si aspetterebbero mai che dei metallari siano appassionati di meditazione e Yoga, invece ho scoperto che non siamo gli unici, ma ce ne sono molti. Ad esempio, qui a Helsinki dove vivo, esiste “Musta yoga” letteralmente Yoga Nero, dove la pratica dello Yoga ha come sottofondo pezzi metal! È fantastico vedere questi metallari andare a lezione con il loro materassino. Inoltre per la mia meditazione e Yoga io uso il tuo album ‘Ghost’!
Grandioso!
Quindi, puoi raccontarci come hai incominciato Yoga e come questo ha influito la tua musica.
Yoga è una delle cose che facciamo, vado in palestra per star in forma, ho iniziato arti marziali e ha a che fare più con avere la disciplina di andare che con il tipo di disciplina. È questo che è cambiato. Io devo star attento alle mie ginocchia, ma ho provato vari stili di Yoga. La scorsa settimana sono andato a provare Power Yoga, che onestamente era un po’ troppo. Ho provato vari stili, mi piace quando hai l’unione di qualcosa morbido ma comunque intenso. Ma a questo punto tutto giro intorno al non peggiorare, sai! Non voglio diventare un Yoga Marter o cintura nera. Anche quando siamo in tour io e Ryan facciamo sempre esercizi, con Dave facciamo un po’ di arti marziali e quando c’è la possibilità cerco sempre di fare Yoga. Alla fine voglio essere migliore di quello che ero e non peggiore, alla mia età è facile deteriorare. Ho troppo da fare per rompermi praticamente, in questa maniera posso essere sicuro di poter andare in tour, aiutare a casa, giocare col bimbo. Per carità domani potrei finire sotto un bus e non poter camminare, ma fino a quel momento faccio il mio meglio per mantenermi attivo.
Inoltre in ‘Transcendence’ troviamo ‘From the Heart’, un pezzo nato da una canzone che hai ascoltato durante una sessione di Yoga a quanto ho capito, titolo originale ‘Baba Hanuman’, ora mi devi raccontare di quando hai telefonato l’artista e gli hai detto che volevi fare una cover metal…
Si!L’artista è Krishna Das, e il mio manager mandò una mail al suo manager e disse di si subito. Il pezzo è davvero bello e davvero volevo presentarlo in una maniera diversa, con la musica heavy metal puoi rendere qualsiasi emozione grande, e quindi volevo fosse qualcosa di produttivo.
Allora, come sai ho voluto coinvolgere i tuoi fan di reddit! Hanno mandato tantissime domande e ne ho selezionate due:
Ihesenpa16 dal subreddit: Devin Townsend, vuole sapere a che punto sei con la tua sinfonia ‘Moth’, e cosa c’è dietro il porcesso dato che a quanto pare non sai leggere le note.
La scrivo come scrivo ogni altra composizione,con midi, e naturalmente collaboro con una persona che lavora con una orchestra e lui traduce le mie idee. ‘Moth’ ‘Transcendence’ è davvero un bel lavoro, un bel sentimento con persone che sono tra le mie preferite, ma è anche qualcosa che devo essere cosÌ contrallato, davvero tanto e alla fine credo che fosse il tema dell’album, e ora credo che per la prima volta in tanti anni ho bisogno di perdere il controllo. Quello che percepisco è che non sono stato totalmente vero, in sintonia con la mia natura. Ho bisogno di qualcosa che sia sconvolgente e violento ma allo stesso tempo bello. Avevo bisogno di qualcosa che fosse davvero grande. Questa sinfonia sarà diversa da qualsiasi cosa che io abbia mai fatto. Tutto succederà a Novembre.
Bene quindi noi aspettiamo, sempre dallo stesso subreddit: Daveponym vuole sapere se hai delle novità riguardo il progetto Obviouser, ancora una ennesimo nuova idea.
Non so se chiamerà cosi, quello è un nome momentaneo. È solo un’idea a questo punto.
Perché ho sempre voluto suonare il basso in una band, ho tante idee di cosa vorrei, ma è molto specifico. A questo punto è davvero difficile trovare i musicisti giusti, ancora non li ho trovati, ma l’idea rimane.
Su twitter hai detto che dovrebbe essere un progetto pazzo, e ne sono certa conoscendoti. Ora non mi resta che ringraziarti e darti l’appuntamento a febbraio quando sarai qui nella mia città Helsinki.
Grazie a te, io aspetto sempre di avere le nostre conversazioni, spero che tutto vi vada bene e non vedo lòra di rivederti. Grazie.