Raubtier – Arrivano I Panzer
Il 07/04/2016, di Stefano Giorgianni.
Da quasi otto anni un vento di guerra soffia dalla cittadina svedese di Haparanda, ai confini della Finlandia. Divisioni imbattibili e temerarie di panzer scorrazzano su e già dalla penisola scandinava, radunando orde di metallari amanti del sound più duro e aggressivo. Ebbene, il comandante dei carri armati si chiama Pär Hulkoff (voce, chitarra) e i suoi compagni di plotone sono Jonas Kjellgren (basso) e Mattias “Buffeln” Lind (batteria), assieme formano i Raubtier, uno dei gruppi con il sound più riconoscibile dell’intera Scandinavia: “Lo definirei Panzer-rock” esordisce il frontman “Come una folk music con indosso un’armatura”. Queste sono le prime parole di Pär Hulkoff, che ha parlato con Metal Hammer del nuovo disco ‘Bärsärkagång’, uscito per Despotz Records. Spesso definiti come un incrocio fra Sabaton e Rammstein, i Raubtier hanno più in comune con i primi, amici di lunga data che hanno anche coverizzato un loro brano su ‘Carolus Rex’, ovvero ‘En Hjältes Väg’: “Credo sia una cover fantastica” puntualizza Hulkoff “mi sono un po’ scocciato perché ho dovuto partecipare alle registrazioni, credo che senza di me sarebbe potuta uscire molto meglio” chiude ridendo. La sua voce è spesso paragonata a quella di Joakim Brodén, confronto del quale Pär pensa: “Credo sia bizzarro, Joakim è un grande, io sono solo un chitarrista che non è riuscito a trovare il cantante giusto per la sua band”. Fra una battuta e l’altra si passa al songwriting di quest’ultimo album, che segue sempre una linea specifica: “Solitamente scrivo le canzoni a casa, lontano da qualsiasi forma di civiltà, solo con mia moglie e miei cani attorno. Ho bisogno di tranquillità e di molto tempo per leggere un sacco di letteratura. Ascolto anche tanta musica classica, da Wagner a Verdi, passando per Rossini, Beethoven e Paganini”. Nonostante ci sia della classica alla base degli ascolti di Hulkoff, la nuova release risulta più pesante rispetto alla precedente: “Ho puntato di più sui riff stavolta. Credo che il disco sia un po’ più thrashy e volevo anche che si mischiasse col folk. Penso sia uno dei miei preferiti”. Un songwriting che sta quasi tutto sulle spalle del frontman: “Di solito faccio tutto da solo. In quest’occasione per i brani ‘Rebeller’ e ‘Från Norrland’ ho collaborato con Jonas Kjellgren, ma preferisco lavorare in autonomia. La band riflette ciò che sta succedendo nella mia testa e credo sia difficile per altri capire quello che c’è dentro”. Passiamo quindi in rassegna alcuni dei brani più interessanti assieme a Pär. Per prima ‘Levande Död’, che a dispetto dei morti viventi del titolo parla di: “Vivere una vita come liberi pensatori, invece che come zombie. A volte mi meraviglio della quantità dell’odierna incapacità di pensare che sembra consumare la popolazione”. Poi c’è ‘Praetorian’ che a noi italiani suona un po’ familiare: “Thrash vecchia scuola! Un tributo ai Venom e a quelle grandi band. I testi sono ispirati alle guardie imperiali dell’Impero Romano.” Avanti con ‘Röd Snö’: “Un’odissea nella valle del Torne in Svezia; un’oscura storia di cupidigia e assassinio fra la neve e il ghiaccio”. C’è anche spazio per il Cuor di Leone in ‘Lejonhjärta’: “Un po’ più neoclassica. Dedicata ai guerrieri che fronteggiano il pericolo per mantenere salda la pace dell’Occidente”. Una caratteristica dei Raubtier è quella di usare sempre la lingua madre per i loro album, cosa che “ci permette di mantenere il sound intatto ed è quello ciò che mi piace. Con altri progetti sperimenterò l’inglese di sicuro”. La guerra è sempre raffigurata sulle copertine, lo stesso Hulkoff era un soldato, anche se i messaggi che vengono trasmessi dalle canzoni sono all’opposto, si parla del mondo attuale e dei conflitti interni dell’individuo: “Scrivere musica è ciò che sento di dover fare per esprimermi, l’ho fatto prima e dopo l’esercito. Sto sempre dalla parte dei soldati e questo non cambierà mai”. Terminiamo con le ispirazioni principali per il frontman: “Prima di tutto la famiglia, poi la caccia con l’arco, i cani, la storia (vichinghi in particolare), le armi e le arti marziali”.