Deftones – In Equilibrio Tra Violenza E Grazia
Il 03/04/2016, di Paky Orrasi.
Una delle poche band ad esser sopravvissuti all’era Nu Metal con onore, i Deftones sono arrivati al loro ottavo album ‘Gore’, tra aggressività e eleganza tipica del loro sound ma con un approccio al lavoro più rilassato. Di questo e altro abbiamo parlato con il batterista Abe Cunningham.
Non molte band possono rispecchiarsi contemporaneamente nell’aggettivo cult e celebre, raramente queste due parole possono coesistere ed essere dimostrate o giustificate. Eppure questa band, che da Sacramento iniziò la sua ascesa 1988, rivela la propria unicità nel potersi descrivere con quest’antinomia.
I Deftones non sono estranei alle opposizioni, difatti hanno influenzato altri artisti proprio grazie al loro specifico suono costruito con ponderate alternanze di irruenza e dolcezza.
Il loro ultimo lavoro ‘Gore’ non trasgredisce, ma anzi rimarca le loro due anime.
Un album che si è fatto attendere per vari motivi, non ultimo un problema nella fase di mixaggio: “L’album doveva uscire prima, a Novembre. Ma eravamo in tour ed era davvero difficile concentrarsi. Nulla di drammatico, anzi fu la casa discografica a chiederci se avremmo preferito aspettare e quindi abbiamo preferito concentrarci sul tutto quando potevano essere nello studio” spiega Cunningham. Aldilà del tour i Deftones hanno deciso di cambiare le regole con questo album, e lavorare in modo diverso. Se andiamo a vedere la loro biografia possiamo notare che la band tra tour e album non si è mai fermata. Ora, avendo tutti una famiglia, hanno trovato un modo molto più rilassato di lavorare senza stressarsi e rimanere ispirati: “Normalmente eravamo sempre di corsa, come sempre si prenotavano lo studio e quindi avevi un tempo determinato nel quale quasi forzarti nell’essere creativi”. Commenta Cunningham e spiega “Ora invece abbiamo lavorato sul disco un paio di settimane, poi siamo andati in tour, poi ritornavamo a scrivere una settimana e successivamente trascorrevamo del tempo con le nostre famiglie. Alternare il lavoro sul nuovo materiale a tour e vita privata è stato davvero un successo, certo, ci abbiamo messo più tempo, ma ora l’album è qui e noi siamo sereni” .
Una serenità che si è tramutata in musica inspirata, un album nel quale le idee sono state ben digerite e non affrettate. La voce della band, Chino Moreno, ha descritto questo album “come mettere oggetti differenti uno accanto all’altro”, e Abe spiega che questo è uno specchio di una band fatta di persone con similitudini ma specialmente diversità “se ci metti in una stanza lo vedi subito, siamo fratelli, siamo una famiglia, abbiamo molto in comune, eppure molte volte non potremmo essere più differenti, ma sappiamo come utilizzare questa diversità e amalgamare le varie idee”.
Una diversità che ha funzionato per ben 25 anni. Le han superate tutte, e come pochi hanno sopravvissuto nell’allontanarsi dalle referenze Nu Metal con ‘White Pony’ , la loro gemma discografica per eccellenza. Negli anni non si sono mai tirati indietro difronte a nuove influenze amalgamando nuovi suoni nel loro unico timbro. Nel mondo in cui viviamo non è scontato mantenere la propria rilevanza, cullarsi sui precedenti successi non funziona più: “Siamo ancora qua, forse perché non ci pensiamo. Forse è lì la chiave, sono contento di sapere che ancora contiamo, e ne siamo a conoscenza ma non gli diamo peso. Cerchiamo sempre di mantenere alto lo spirito, di non abbatterci così da essere ancora felicissimi di quello che raggiungiamo e facciamo”, ci spiega Cunningham .
Seppure il loro successo sia enorme, lo spirito dei loro fan è tipicamente quello di una band cult. Basta passare pochi minuti sui social network per capire la passione estrema, la curiosità e anticipazione anomala che vi è su questo nuovo lavoro. Sin da quando la copertina è stata rivelata, i fan stanno impazzendo su varie teorie che giustificano quel, di nuovo, contrasto tra il titolo e la bellezza di questi fenicotteri dal colore rosa in volo, come spiega il batterista: “Dal titolo ti aspetteresti le peggiori cose, ma invece l’immagine è delicata, proprio come la nostra musica tra riff pesanti e bellezza, è il nostro marchio”.
‘Gore’, ha anche un bell’ospite, Jerry Cantrell degli Alice in Chains: “Avevamo un pezzo, tutto funzionava alla grande, ma vi era un vuoto e abbiamo pensato che fosse lo spazio per un bel assolo di chitarra. Abbiamo molti amici quindi tra i nomi abbiamo pensato a Jerry, lui è fenomenale, quando suona riconosci subito che alla chitarra c’è lui e siamo amici da tantissimi anni, quindi è stato davvero bello collaborare con lui”, commenta Cunningham.
Abe è davvero entusiasta di questo nuovo capitolo, ed è bello sentirlo sereno. Non sempre la loro storia è stata rosa come i pellicani che incorniciano la loro nuova musica. È il caso di ricordare che nel 2008 Chi Cheng, il loro bassista ebbe un gravissimo incidente stradale, che lo lascio in stato semi comatoso fino alla notte del 13 aprile 2013, quando l’artista perse la sua battaglia, Abe commosso e con la voce che si spezza lo ricorda così: “Cheng è parte di noi e lo sarà sempre. Anche se è andato via, io sento che è sempre con noi…fa male, fa male ogni giorno, ma è sempre con noi nella nostra musica…mi manca ogni giorno”.
Forse anche questa intervista iniziata con l’entusiasmo e terminata in commozione fa di nuovo parte di quel mondo Deftones… dove la durezza del metal incontra la dolcezza del rock alternativo per creare una musica dove nero e rosa vivono in simmetria.