Desert – Nessun Rimpianto
Il 02/01/2016, di Stefano Giorgianni.
Una nuova stella splende nel firmamento delle band israeliane, quella dei dark-epic metallers Desert. Fautori di un heavy metal vario e dalle mille sfaccettature, i cinque di Tel Aviv (dopo l’abbandono del chitarrista Max Shafranski) hanno raccolto diverse recensioni positive con il loro ultimo album ‘Never Regret’, un disco potente e dai richiami storici. A qualche mese dall’uscita Metal Hammer ha parlato con il vocalist Alexei Raymar dei frutti della recente fatica discografica, dei concerti che hanno visto i Desert calcare il palco con diverse star del Metal e dei progetti futuri. Il primo argomento che vogliamo toccare è il grado di soddisfazione verso il loro prodotto, specialmente se si sentono appagati dagli sforzi: “Generalmente direi di sì” esordisce il cantante “Siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto, l’album ha ricevuto un sacco di pareri positivi in tutto il mondo ed è stato candidato ad ‘album dell’anno’ ed è apparso nelle classifiche di diverse testate musicali. Anche le vendite del disco (sia digitale che fisico) stanno andando bene, nonostante le dure condizioni che il mercato musicale si sta trovando a fronteggiare. Penso che tutto sommato abbiamo fatto un bel lavoro e ne siamo orgogliosi.” Quando esce un disco si pensa che qualcosa si sarebbe potuto affinare, difatti: “In realtà questo succede tutte le volte che si finisce qualcosa: ci si chiede sempre cosa si sarebbe potuto cambiare o far meglio. Il segreto è di non concentrarsi troppo su questo tipo di processo, altrimenti non se ne esce più.” Il titolo del disco, ‘Never Regret’, è assolutamente d’effetto e fa riflettere, molto strano per un gruppo heavy metal, ma con un significato particolare per il gruppo: “‘Nessun rimpianto’ per noi sono i quattordici anni della nostra vita trascorsi in questo ambiente e l’eterna battaglia che abbiamo affrontato, dai sobborghi delle città israeliane fino a dove siamo arrivati ora: una band solida e stabile della scena locale, che riesce ad andare in tour ed a condividere il palco con i più grandi nomi della scena metal internazionale.” Un album con emozioni diverse al suo interno, tutte con un proprio senso, infatti se si chiede quali rappresentano al meglio la band la risposta è: “Probabilmente tutte, ma per mia opinione personale le migliori sono ‘Assassin’s Fate’ e ‘Son Of A Star’. Sono orgoglioso di come sono uscite e aprono sempre i nostri live. Questi due pezzi rappresentano ciò che sarà il prossimo album dei Desert, un po’ in maniera differente rispetto al passato, ma è comunque la strada che vogliamo intraprendere.” C’è anche l’opener preferita di Alexei: “La già nominata ‘Son Of A Star’, di sicuro. È la canzone perfetta per riscaldare la folla e per fare un po’ di headbanging. Potente, intensa, con un inno all’interno del chorus che può essere cantato anche dai nostri fans lì presenti. Non ci si sbaglia con questo brano.” Le diverse sfumature di cui si è parlato in precedenza hanno diverse matrici: “Dipende soprattutto da chi ha scritto la canzone. ‘Never Regret’ è del nostro tastierista Oleg Aryutkin, che è influenzato in primis dal symphonic metal, mentre ‘1812’ è del nostro axeman Sergei Metalheart, un pezzo che rispecchia la sua passione per Primal Fear e Judas Priest.” ‘Never Regret’ è stato lanciato con un grande show a Tel Aviv, colmo di stelle del metal: “È stato, per ora, l’apice della nostra carriera! Suonare sul palco con Ralf Scheepers dei Primal Fear e Chris Boltendahl dei Grave Digger, musicisti che abbiamo ascoltato su disco in modo continuo negli ultimi vent’anni, è stato indimenticabile. A tratti ancora adesso mi sembra sia stato un sogno. Poi avevamo altri talentuosissimi musicisti israeliani come Yossi Sassi, Alex Zvulun dei The Fading, la cantante Infy, Yochai Davydoff e Merry Ann Genin a condividere il palco con noi. È stata una serata incredibile e memorabile.” C’è spazio anche per raccontarci del ‘Melodic Alliance Festival’, tenutosi lo scorso 22 ottobre a Tel Aviv: “È stata la prima edizione del nostro festival dedicato al 100% al metal melodico. Abbiamo pianificato quest’evento per molto tempo, ma solo nel 2015 abbiamo capito e realizzato che eravamo pronti ad organizzarlo ed a portarlo in vita. Non eravamo sicuri se questo tipo di manifestazione potesse aver successo in Israele, dove il metal estremo è molto più ascoltato. Alla fine è andato tutto oltre le nostre aspettative. Lo show era esaurito ed i partecipanti sono rimasti soddisfatti dell’organizzazione. È stato un piacere ritornare a suonare con i nostri amici Elvenking e altre band (c’erano anche gli Airborn a portare la bandiera italiana).” Recentemente i Desert hanno suonato per la prima volta a Mosca e Alexei racconta: “Eravamo un po’ tesi per il concerto a Mosca e ci siamo informati prima del genere di pubblico (accogliendo sia critiche positive che negative su di noi). Insomma, non sapevamo proprio cosa aspettarci. Per chi non lo sapesse, la Russia è la nostra madrepatria ed il russo la nostra lingua, ma è stato il nostro debutto in quel paese. Dire che lo show è stato un successo, sarebbe poco. Tremila persone, che non sapevano nemmeno delle nostra esistenza fino a quella sera, sono impazzite e ci hanno incitato per tutto il tempo. È il miglior risultato che potessimo ottenere.” Un momento di riflessione c’è poi sugli eventi di Parigi: “Il 13 novembre è il compleanno della mia figlia più piccola, io arrivavo da un barbecue al parco e ho sentito le terribile notizie provenienti da Parigi. Direi che sono rimasto shockato è poco. Parigi è la mia città preferita, e non potevo accettare il fatto che stesse accadendo in un tal bellissimo posto, soprattutto quando ho sentito della tragedia al concerto. Posso solo aggiungere, da persona che vive in Medio Oriente da 19 anni, che posso capire che tipo di male sta affrontando l’Europa in questo momento. Quello che Parigi ha provato per un giorno, Israele lo prova tutti le singole giornate, quando estremisti attaccano i nostri concittadini con i coltelli; poi qui ogni due o tre anni c’è un conflitto militare con missili che partono da una parte all’altra sopra le nostre teste. Faccio le condoglianze ai parenti delle vittime dal profondo del cuore. Siamo tutti esseri umani in fondo, noi stiamo per partire per un tour e dobbiamo fare andare avanti lo spettacolo. Smettere di suonare sarebbe come arrendersi agli estremisti.” E chi ha la curiosità di vedere i Desert all’opera sarà presto accontentato: “Faremo un tour con Circle II Circle e Lord Volture questa primavera. Saremo in Italia il 28 aprile a Roma e il giorno seguente a Milano. Nel 2017 invece ci sarà il nuovo disco.”