Saxon – L’Inesauribile Ardore Del Metallo
Il 19/10/2015, di Stefano Giorgianni.
Quest’oggi Metal Hammer Italia vi propone un’intervista ad uno dei bassisti simbolo della nostra musica, Nibbs Carter. Durante la nostra chiacchierata abbiamo sviscerato il nuovo album dei Saxon, “Battering Ram”, e parlato della carriera del gruppo, con un piccolo consiglio finale alle band che vogliono passare le tre decadi! Buona lettura!
Ciao Nibbs! Benvenuto su Metal Hammer Italia! Grazie per la tua disponibilità! Come va? Che stai facendo al momento?
Salve a voi. Sto molto bene. Abbiamo appena terminato il nostro tour nel Nord America con Motörhead e Armored Saint. Il nuovo album è pronto all’uscita e mi sto godendo un po’ di tempo a casa, il che è sempre un bene per buttar giù nuove idee senza pressione.
Parliamo di “Battering Ram”! Puoi spiegare il significato del titolo e quindi della title-track?
Per me “Battering Ram” è come i Judas Priest avrebbero scritto una canzone dei Saxon! Quando ho iniziato a scrivere il riff di questa canzone, ho solo pensato: “Nessuna balla! Dritti a quello che significa creare un pezzo metal classico.” La sezione dell’intro, che si ripete nel centro del brano, è stata aggiunta successivamente ed era stata scritta in origine per esser parte della canzone “Sacrifice”. Così capita, qualche volta, che le nostre canzoni si uniscano. L’idea dietro al pezzo sta tutta nella potenza e nell’energia che ci sono nel Rock e nel Metal e nelle folle selvagge che vengono ai nostri concerti che cercano di arrivare a qualche millimetro dal palco.
L’album ha un sound spaventoso, con un bel mixing e un eccellente mastering. Avete cambiato qualcosa nel vostro approccio di produzione?
Abbiamo chiesto a Andy Sneap di prendersi cura della produzione. Lui aveva già le idee chiare su come dovesse suonare un album Heavy metal ed allo stesso tempo sapeva come suonassero i Saxon dal vivo. Abbiamo lavorato assieme negli ultimi due o tre anni per instaurare una bella amicizia ed un rapporto di fiducia reciproco. E a lui, devo dire, piace far festa! Questo ha molto aiutato a creare un’atmosfera produttiva e rilassata. Per il songwriting, Biff ed io ci siamo incontrati all’inizio del 2014. Io avevo un sacco di demo che gli avevo mandato e che gli erano piaciuti, così abbiamo lavorato insieme da lui per ri-arrangiare la musica e poi ha aggiunto i pezzi e le melodie. Dopo un paio di sessioni avevamo già sei o sette idee ben formate e una visione generale di quello che credevamo sarebbe diventato un album Heavy. “Battering Ram”,”Devil’s Footprints”,”Queen of Hearts”,”Hard & Fast” e “Stand your Ground” sono uscite proprio in quelle prime settimane. Nello stesso periodo io ho trovato le idee per “Destroyer” e “Until the End”, anche se Biff non ha scritto i testi fino alla recording session. Questa volta è stato un po’ differente rispetto a tutte le altre riguardo alla produzione. Normalmente tutti noi siamo coinvolti nel processo, mettendo sul tavolo tutte le nostre idee in tre o quattro sessioni. Per quest’album io stesso avevo già molte delle idee pronte ed a Biff erano piaciute. Così, man mano che le sessioni continuavano, ci siamo accorti che un abbozzo strumentale di Nigel sarebbe stato grandioso per “Kingdom of the Cross”. Lui lo aveva già offerto a Biff ai tempi di “Sacrifice” ma lo abbiamo lasciato da una parte. “Eye of the Storm” (Paul) e “Three Sheets to the Wind” (Doug) sono arrivate a metà strada tra la produzione e prima che chiudessimo la writing session. Paul e Biff hanno inoltre scritto “Top of the World”.
Abbiamo parlato di tutte le tracce. Puoi dirci qualcosa di specifico su “The Devil’s Footprint”?
“The Devil’s Footprint” è una gran storia sull’anno 1855, ambientata nel Devonshire. Dopo una grossa nevicata durante una notte, sono rimaste impronte per miglia e miglia sui campi, sopra i tetti, lungo i muri e i giardini. La gente credeva che potessero essere le orme di Satana, perché avevano la forma di una ‘U’ o di zoccolo fesso. Qualsiasi cosa fa parlare la gente di Diavolo e stregoneria va bene per creare una bella canzone Metal! Io avevo la musica pronta e Biff ha messo solo sopra le parole e la melodia. Con una buona performance di tutta la band e l’intro recitata da Dave Bower (cantante/attore del gruppo “Hell”) è uscito un gran pezzo dei Saxon.
Ho letto che “The Kingdom of the Cross” è incentrata sulla Prima guerra mondiale e devo dire che ha un sound differente se comparata ad altre tracce; ci sono la tastiera, il basso e la voce di Biff. Cosa vi ha ispirato a scrivere una canzone come questa?
Vedi, ci sono tre punti cardine in “The Kingdom of the Cross”. Biff ha avuto l’idea di rendere omaggio ai soldati caduti durante la Prima guerra mondiale, usando un verso recitato con la voce di un attore. Nigel aveva già pronta una bellissima intro strumentale, come ti ho detto, da due anni. Sapevamo che Biff avrebbe potuto ben lavorare mettendo assieme le cose, quindi mancava solamente un pezzo del puzzle, che è arrivato con l’arpeggio da Doug. La canzone, come dici, ha un bel contrasto con il resto dell’album, cosa che la fa diventare una delle più potenti.
“Queen of Hearts” ruba invece le basi da “Alice in Wonderland” di Lewis Carroll. Qui come vi siete mossi, anche a livello musicale?
Biff voleva usare il tema di “Alice in Wonderland” e stava cercando della musica che potesse combaciare stilisticamente. Quando gli ho mandato il mio demo, era chiaro che era quello che stava cercando. Credo che da quando abbiamo fatto la cover della canzone dei King Crimson “Court of the Crimson King”, sul nostro “Killing Ground”, ci sia stato qualcosa nel nostro sub-conscio che ci spingesse a creare un pezzo dall’atmosfera simile. È abbastanza ipnotica, ma interessante da ascoltare.
“Destroyer” fa riferimento ad un personaggio Marvel. Sei anche tu un lettore di fumetti o solamente Biff è appassionato di queste cose?
Non avevo alcuna idea che Biff stesse per scrivere su Destroyer. Non sapevo nemmeno che Destroyer esistesse finché lui non me ne ha parlato! Anche in questo caso avevo la musica già scritta, non l’ho mandata a Biff fino a Marzo 2014. A lui piaceva, ma non riusciva a far combaciare il testo, almeno fino a questa Primavera. Si è trasformato in un pezzo veramente Rock!
L’artwork di “Battering Ram” è totalmente differente dal precedente. Puoi spiegarci il significato dell’illustrazione?
Biff ha avuto l’idea della copertina dell’album. Un teschio con le corna di un ariete che sfonda un cancello di una fortezza…è collegato alla potenza della musica Rock/Metal e all’energia del pubblico ai concerti…la folla che si infrange sulle barriere di fronte al palco! Implacabilmente, di canzone in canzone…roba selvaggia insomma.
Dopo più di 30 anni la band va ancora alla grande. Qual è la vostra formula segreta? Vorresti suggerire qualcosa ad una giovane band che aspira ad una così longeva carriera?
Sì, 35 anni sono veramente un sacco di tempo!! Per avere una band che lavora come la nostra è necessario comportarsi come in un ambiente familiare. C’è sempre quella atmosfera di tensione e piacere che viene dalla competizione con gli altri gruppi. Ci piace impressionare, colpire, quindi non puoi stare seduto aspettando che il mondo si sia soddisfatto con ciò che hai fatto in passato. Quindi direi che, in qualche punto nella carriera di una band, bisogna tirar fuori l’orgoglio in modo da motivare a continuare a percorrere la via del Rock! Noi mettiamo un sacco di amore nel nostro lavoro. La sopravvivenza è l’istinto che ci ha tenuto vivi e che la gente stessa ha. Le rock band hanno bisogno di andare sul palco e fare nuova musica, persino quando tempi duri tentano di scalfire la forza del gruppo. Se potete fare anche un solo concerto, da qualsiasi parte, con un pubblico cha apprezzerà quello che state facendo è come iniettare del sangue fresco nelle vene. Direi, mai arrendersi!
Bene Nibbs, ti lascio lo spazio dei saluti ai vostri fans italiani e di Metal Hammer!
Vorrei ringraziare i nostri fans per esserci e per darci tutta l’energia di cui abbiamo bisogno durante i concerti. Noi amiamo la nostra musica e sappiamo che per voi è lo stesso. Quindi gustatevi “Battering Ram” e venite a sentirci ovunque possiate!