Megaherz – Benvenuti A Zombieland
Il 16/12/2014, di Stefano Giorgianni.
Due anni dopo ‘Götterdämmerung’ il gruppo tedesco ci porta in un mondo oscuro, popolato da morti viventi, dove a far paura è più ciò che risiede dentro di noi che quello che si vede all’esterno…
Oramai è sotto gli occhi di tutti, gli zombie stanno vivendo un periodo d’oro, una nuova primavera di successi, dalla letteratura al cinema, dalla televisione alla musica. È proprio su quest’ultimo aspetto, pur sempre in relazione con gli altri, che noi usualmente ci focalizziamo. Dalla Germania arriva una di queste uscite discografiche a sfondo non-morto, e non da un gruppo sconosciuto, bensì da una band con una carriera pluridecennale, ovvero i Megaherz. Tra i fondatori di quello che può considerarsi a tutti gli effetti un movimento artistico-musicale teutonico, il Neue Deutsche Härte, che vede tra le proprie fila nomi celebri come Rammstein, OOMPH!, KMFDM, i tedeschi hanno dimostrato nel corso della loro carriera una grande capacità di rinnovarsi. Entriamo in questa nuova release dei Megaherz, accompagnati dal chitarrista Cristian “X-ti” Bystron, senza far rumore, evitando di farci azzannare da qualche morto vivente. ‘Zombieland’, questo il titolo della settima fatica discografica della band di Monaco di Baviera che sta ottenendo un bel successo a poco tempo dalla pubblicazione: “È arrivato subito al diciassettesimo posto in classifica in Germania” – tiene a precisare l’axeman – “siamo contenti di questo risultato perché ha avuto una lavorazione di circa due anni ed è venuto da un’idea che ci balenava in testa da almeno un decennio!” Un disco che include al suo interno diversi temi, non univoco per scelta a causa una motivazione ben chiara nella mente degli artisti tedeschi: “Non è prettamente un concept album, poiché non ci è mai piaciuta l’idea di creare dodici canzoni che raccontassero una lunga storia. Abbiamo sempre considerato quest’idea abbastanza limitante, in quanto si deve sempre tener presente un filo che leghi tutti i pezzi e far incastrare le cose…” C’è però qualcosa che sta alla base del lavoro e ciò è racchiuso nel titolo: “”Zombieland è tutto ciò che ci circonda, è direttamente davanti a noi. Purtroppo non è un’idea astratta, è il riflesso della nostra società e della direzione in cui essa ci sta portando.” Sicuramente qualcosa negli ultimi anni è stato d’ispirazione per i Megaherz, complice il revival zombie che si ritrova sia in celluloide che in carta: “Sono un grande fan di ‘The Walking Dead’. In Germania hanno usato ‘Zombieland’ per la pubblicità della nuova serie del telefilm” – dichiara entusiasta il chitarrista – “Immaginatevi quanto siamo fieri di questo! Potete vedere il trailer sulla nostra MegaherzTV di YouTube.” Alla base dei testi vi sono però argomenti diversi, maggiormente legati alla persona, al modo di vivere il presente, ai sentimenti ed agli stati d’animo correlativi: “Ci sono pezzi come ‘Lieblingsfeind’, ‘Fanatisch’ o ‘Zombieland’ che trattano i temi tipici dei Megaherz, in maniera più oscura e provocante. Lex (Wohnhaas, il cantante, ndr.) si è concentrato in modo specifico su come ciascuno di noi vive con i propri demoni, avendo la forza di ribellarsi ad essi, infine sconfiggendoli. Bisogna liberarsi delle vecchie abitudini che ti trascinano a fondo, questo sosteniamo in altri brani come ‘Gegen den Wind’, ‘Für immer’, ‘Frei’ e ‘Schwarzer Engel’. Quest’ultimi parlano di come trovare la via d’uscita dalla propria “Zombieland”, che la maggior parte delle volte ci tiene intrappolati.”
Ora continuiamo ad addentrarci nello spaventoso luogo creato dai teutonici, osservando da più vicino la nuova release del gruppo e volgendo anche lo sguardo all’indietro verso il Neue Deutsche Härte, il movimento metal tedesco del quale la band di Monaco di Baviera è uno dei principali esponenti. È sempre il chitarrista Cristian “X-ti” Bystron che ci accompagna nel luogo maledetto che dà il nome all’ultimo full-length dei Megaherz, ovvero ‘Zombieland’, un territorio angusto ma affascinante, popolato da persone oramai morte ma che ancora lasciano il proprio segno sulla terra, circondato da un’atmosfera cupa che affonda le proprie radici nella tradizione horror letteraria e cinematografica. Riprendendo la narrazione dallo scorso numero, l’axeman aveva dichiarato la propria soddisfazione per la riuscita dell’album e soprattutto per il diciassettesimo posto raggiunto immediatamente nella classifica tedesca, oltre che per la scelta della televisione di usare la title-track per lo spot della nuova stagione di ‘The Walking Dead’, celebre serie tv a tema zombie, una delle ispirazioni principali per ‘Zombieland’. Un disco comunque complesso che va oltre il soggetto dei morti viventi e sfonda il tema sociale e la brutta piega presa dalla società d’oggi, con una varietà nel songwriting che spazia dai demoni che convivono all’interno della persona e la battaglia che ogni giorno l’uomo compie contro di essi, fino alla maniera in cui uscire dalla propria, soggettiva, ‘Zombieland’. Tutte queste sensazioni ed emozioni vissute sono opera di due persone, che solitamente sono gli autori dei pezzi dei Megaherz: “Solitamente siamo io e Lex (Wohnhaas, il cantante, ndr.) a comporre i brani. Io scrivo la maggior parte della musica, mentre lui si occupa dei testi. Nel prosieguo del processo creativo anche gli altri ragazzi prendono parte alla composizione, buttando dentro le loro idee.” Una volta che i pezzi sono pronti il gruppo si catapulta in studio per registrare i pezzi; Christian fornisce un esempio di come avviene il recording process: “Dal nostro album ‘5’ abbiamo scelto di usare diversi studi di registrazione. Spendiamo solitamente molto tempo in fase di pre-produzione, non mi piace perdere nemmeno la spontaneità nelle cose, quindi non tendo a ripetere il processo diverse volte. Da un paio d’anni ho il mio studio di registrazione, chiamato Herzwerk Studio. Lì è dove spendo la maggior parte del tempo a comporre e produrre. ‘Götterdämmerung’, il nostro album precedente, ha preso vita proprio in questo studio, così come ‘Zombieland’. Siamo molto contenti di aver questo luogo dove realizzare le nostre idee perché non siamo più legati al fattore budget. Se una cosa non ci soddisfa, la cancelliamo e ripartiamo daccapo.” I Megaherz, dato il loro genere, adoperano molti synth ed effetti: “Lavoro con Logic X, che dà infinite possibilità sonore. Oltre a ciò uso molti soft-synth e librerie di samples, con il mio Virus C e Wave XT sempre accesi e pronti, entrambi connessi a diversi effetti a pedale per chitarra. In ‘Hurra – Wir leben noch’ (‘Himmelfahrt’, 2000) ho addirittura rispolverato la mia Roland JV-2080. Ogni volta tento di trovare il suono che si adatta meglio alla situazione.” Oltre al grande lavoro in studio, i Megaherz puntano molto anche sugli spettacoli dal vivo e sull’immagine, la quale prevede una sorta di maschera: “Il clown è sempre stato la nostra mascotte, già da ‘Wer Bist Du?’ era presente in copertina. Quando è uscito ‘Götterdämmerung’ ci è venuta l’idea di portarlo anche sul palco. Ciascun membro ha creato una propria immagine di clown, ma ora con ‘Zombieland’ siamo diventati clown cacciatori di zombie, come potete vedere dal video di ‘Für immer’.” Il gruppo negli anni ha subito diversi cambiamenti di line-up, ma ora: “Abbiamo trovato una nostra solidità, questa è la miglior formazione di sempre. Non potete immaginare quanto ci divertiamo assieme nei tour.” Fatto che non ha impedito ai Megaherz di affermarsi come simbolo del Neue Deutsche Härte: “Assieme ai Rammstein siamo stati i primi a proporre questo genere, ma guardando indietro non sapevamo sicuramente quello che stavamo facendo. Ascoltavamo molto i Clawfinger (band alternative svedese, ndr.), soprattutto l’album ‘Deaf Dumb Blind’, direi che sono stati la principale ispirazione, con una eccezione: testi in tedesco e non in inglese. Vent’anni fa era una cosa esotica, che poche band facevano, a noi veniva naturale così. Ritengo che sia bellissimo usare la propria madrelingua per i testi, così ad esempio molti dei tuoi connazionali possono capire veramente il messaggio senza difficoltà. Credo che le persone ascoltino canzoni in inglese solamente per la musica, non interessandosi alle parole, per me questo è sbagliato.” Che il Neue Deutsche Härte dopo vent’anni abbia subito qualche cambiamento è chiaro, ma questo non interessa ai Megaherz: “Noi facciamo quello che facciamo, come le altre band di questo genere. È la nostra maniera di usare gli strumenti, di cantare, di fondere la lingua tedesca con riff pensanti. Ovviamente, come musicisti, tutti siamo influenzati da ciò che ci circonda, e questo è probabilmente il segreto dell’evoluzione di ciascuna band. La stagnazione è morte!…e chi vorrebbe essere morto, magari uno zombie!”