In This Moment – Sexual Hallucination
Il 10/11/2014, di Fabio Magliano.
Sono una delle band più discusse degli ultimi anni, grazie soprattutto alla controversa immagine della singer Maria Brink, cuore di metallo in un corpo da Lady GaGa. Un concept che ritorna nel nuovo lavoro ‘Black Widow’, tra testi dall’elevata gradazione sessuale e show pronti ancora una volta a creare scompiglio
Se l’immagine della donna nel mondo del metal, al netto di attestazioni buoniste, è sempre stata mal digerita dai puristi del genere, gli In This Moment e soprattutto la loro leader Maria Brink non riusciranno a far cambiare idea ai metaller più oltranzisti, già solo per quell’aura di “Lady GaGa del Metal” che la cantante statunitense di porta dietro, insieme ai suoi abitini da crocerossina sexy, alle sue tenute da mistress ed al suo stuolo di ballerini e performer. Peccato, viene da dire, perchè pur non facendo gridare al miracolo, gli In This Moment oggi approdati su Atlantic Records hanno saputo creare un buon movimento grazie ad un metal moderno sulla falsariga di quanto proposto da Rob Zombie ed il Reverendo Manson (e non solamente dal punto di vista musicale), esploso con ‘Blood’ e confermato oggi con il nuovo ‘Black Widow’, lavoro che conferma il gruppo sui livelli del suo predecessore e lo vede alle prese con una costante crescita stilistica. A presentarcelo è la bella cantante Maria Brink.
Il gruppo è in circolazione dal 2005 ma soprattutto negli ultimi anni avete fatto registrare una crescita stilistica e compositiva davvero importante. Come pensi possa essere inquadrata l’evoluzione a livello di sound degli In This Moment?
“La svolta l’abbiamo avuta con ‘Blood’. In quel periodo si è verificato un vero terremoto nel gruppo, due dei membri originari (il batterista Jeff Fabb e il chitarrista Blake Bunzel Nda) avevano deciso di lasciare il gruppo, avevamo cambiato il management…molte delle certezze che sino ad allora avevano sorretto il gruppo si erano dissolte e noi ci eravamo trovati al punto da decidere se e come andare avanti. In questo clima di incertezza è nato ‘Blood’ e, incredibilmente, il disco si è rivelato un successo pazzesco. Questa esplosione inaspettata per noi non solo ci ha cambiato la vita, ma ci ha dato una spinta ancora più forte per ripartire e, da questo, sono state create le basi per ‘Black Widow’. Questo nuovo lavoro mi piace vederlo come un’estensione di ‘Blood’, alcuni elementi di quel disco sono stati riproposti con l’aggiunta di alcune novità, come melodie più incisive e passaggi vocali che prima di oggi non avevo mai sperimentato”.
Con ‘Black Widow’ avete alzato ulteriormente l’assicella puntando ancora una volta non solo sull’aspetto musicale del gruppo, ma pesantemente su quello visivo…
“Con ‘Black Widow’ abbiamo cercato di alzare l’assicella di partire dalle basi di ‘Blood’ e spingerci un po’ oltre, scommettere di più su noi stessi, fregndocene di cosa potesse pensare la gente di noi e fare tutto quello che ci passava per la mente, sia da un punto di vista sonoro che dell’immagine. Per questo i nostri concerti del nuovo tour saranno ancora più teatrali…Non dico la faccia del nostro chitarrista quando gli ho detto che avrei voluto inserire i ballerini nei nostri show, lui che è così legato alla tradizione metal…ma alla fine ha capito anche lui lo scopo di questa iniziativa e l’ha accettata di buon grado. Perchè l’effetto sul palco è davvero di grande impatto, questi performer si muovono in sincrono con me nell’ombra, dando l’impressione di avere un’orda di zombie alle spalle pronti ad assalirmi…”.
Non pensi che, nei nuovi show, presentare ad un pubblico metal uno spettacolo fatto di performer e ballerini in perfetto stile “Lady Ga Ga” possa far storcere il naso a qualcuno e attirare a voi le antipatie dei puristi del genere?
“La gente può dire cosa vuole ma il rock ha sempre avuto una fortissima componente femminile, e sfido chiunque a dire il contrario davanti ad artiste come Tina Turner, Patti Smith o Janis Joplin. Le cose sono un po’ differenti a livello di metal perchè un po’ a causa di stupidi preconcetti, la figura della donna ha faticato di più ad emergere e solo negli ultimi anni ha acquisito una certa dignità. Io personalmente ho sempre cercato di non badare troppo a queste presunte discriminazioni, per evitare che inutili vittimismi finissero per compromettere il mio percorso. Alla fine quello che conta sono io, sono le regole che mi do e come imposto me stessa. Stiamo parlando di arte, e l’arte non ha sesso…la musica sono emozioni, e queste vengono suscitate sia che a produrle siano uomini che donne, quindi queste discriminazioni cadono nel nulla, l’importante è essere onesti, con se stessi e con chi ci segue, tutto il resto non conta”.
Un concetto che a modo suo ritorna nella controversa ‘Sex Metal Barbie’…
“‘Sex Metal Barbie’ non ha nulla a che vedere con il sesso. Vuole essere una risposta a tutte quelle persone che negli anni hanno denigrato me e il mio gruppo, facendo leva più sulla mia immagine che non sulla nostra musica. Mi è successo più volte di leggere delle vere e proprie offese verso la mia persona ma la cosa non mi ha infastidito, anzi, mi ha dato ancora maggior forza per andare avanti per la mia strada. E’ proprio di questo che parla ‘Sex Metal Barbie’, è una sorta di ringraziamento per l’odio che quelle persone nutrono verso di me, perchè mi stimola ancora di più a spingermi oltre, come donna e come artista”.
Le critiche, quindi, non come un freno ma come uno stimolo a fare sempre meglio, alla faccia dei detrattori…
“Non ci interessa mettere tutti d’accordo, non sarebbe possibile e sarebbe solo una grande perdita di tempo, quindi preferiamo andare avanti per la nostra strada facendo quello che soddisfa maggiormente noi come artisti. Se penso a band come i Tool o i Nine Inch Nails, gruppi che adoro alla follia, mi rendo conto di come questi siano nati per dividere l’opinione di fan e critica, perchè sono gruppi che cercano di introdurre soluzioni nuove nel mondo della musica, e la gente spesso questo non lo recepisce. Ecco, mi piacerebbe arrivare a quel livello perchè significherebbe essere davvero fuori dagli schemi e in grado di rappresentare una novità. Poi se la gente parla bene o male di noi, la cosa non mi preoccupa…l’importante è che se ne parli e si crei interesse attorno al nome degli In This Moment”.