The 69 Eyes – Back In Blood
Il 26/09/2012, di Fabio Magliano.
Sono tornati i vampiri finlandesi dopo tre anni di silenzio, celebrando i vent’anni di carriera con la loro decima fatica discografica dall’eloquente titolo ‘X’. Zigzagando tra non-morti, procaci fanciulle e estemporanee collaborazioni, abbiamo cercato di saperne di più andando a bussare alla porta dell’enigmatico Jyrki 69…
“Uomini, tremate, le streghe sono tornate” era l’urlo di battaglia del movimento femminista più gettonato sulle piazze negli anni ’70. Oggi questo va ripreso, rivoltato come un guanto, e sapientemente riadattato a dovere. Perché a tremare non sono più gli uomini ma le procaci donzelle (meglio se in tacchi a spillo e abiti in lattice), ed a tornare non sono più le streghe bensì i tenebrosi vampiri. Quelli che arrivano dalla gelida Finlandia e che da vent’anni a questa parte incidono dischi sotto il moniker The 69 Eyes. Con ‘X’ ritornano alla carica Jyrki 69 e soci, ed a giudicare dai primi fotogrammi del video di ‘Red’ con loro in circolazione più nessuna ragazza è al sicuro. Fedele alla sua immagine enigmatica e velatamente perversa, il cantante finlandese ci ha presentato la sua decima creatura, districandosi con cordiale distacco tra domande che sono andate a toccare tutti i vent’anni di onorata carriera della sua cricca di vampiri.
‘X’ come dice il titolo stesso del disco, è il vostro decimo lavoro in studio. Come pensi possa essere inquadrato un album simile all’interno della vostra discografia?
“E’ un lavoro fresco, attuale come spirito e come sound. Ogni volta che penso al nostro percorso discografico mi rendo conto come ogni disco rappresenti una piccola evoluzione rispetto all’album che lo ha preceduto. Mai un lavoro di rottura, quanto una costante progressione che ha portato i The 69 Eyes ad essere il gruppo che tutti conoscono. ‘X’ può essere visto come una piccola sfida per la band, così come lo è stato ‘Back In Blood’, ‘Angels’, ‘Devils’ e tutti gli altri dischi prima di esso”.
Se dovessi tracciare un parallelo tra ‘X’ ed il lavoro che lo ha preceduto, quali pensi siano le principali differenze?
“La differenza principale sta sicuramente nel fatto che ‘Back In Blood’ era stato registrato in America e ‘X’ in Svezia, e questa scelta logistica ha certamente influito a livello di mood. Quando ci siamo trovati a lavorare ad Hollywood per il lavoro precedente abbiamo cercato di calarci a pieno nella realtà americana, il sound di quel lavoro ha risentito molto di quella scelta e il taglio più aggressivo di ‘Back In Blood’ è figlio soprattutto della produzione americana. A questo giro abbiamo voluto sfruttare a pieno le conoscenze di una scena frequentata assiduamente per oltre vent’anni, per questo abbiamo scelto Stoccolma per registrare ‘X’. Da un punto di vista compositivo non è cambiato molto rispetto a ‘Back In Blood’, infatti è sempre Bazie a comporre la musica mentre io mi occupo dei testi, però il lavoro suona più melodico, le tastiere ricoprono un ruolo molto importante e le linee vocali sono state ancor più sottolineate, ma mi piace pensare che anche questo sia figlio della scelta di lavorare in Svezia”
Nel disco fanno capolino alcuni special guest davvero particolari. Uno di essi è Kat Von D, l’ex compagna di Nikki Sixx, star di LA Ink, con la quale duetti nel brano ‘Rosary Blue’. Come è nata questa collaborazione?
“Well, conosco da tempo Kat, ma le basi di questo duetto sono state gettate sul finire del 2011 quando è venuta ad Helsinki per celebrare il Capodanno. Ci siamo trovati a parlare e lei ha esternato la sua volontà di intraprendere anche una carriera musicale. Io avevo un pezzo che sarebbe stato valorizzato da una voce femminile, glie l’ho proposto e le è piaciuto molto, perché è una canzone drammaticamente romantica. Credo che il risultato finale sia ottimo, e sono convinto che anche i nostri fan l’apprezzeranno. E’ un bel regalo che abbiamo voluto fare a chi ci segue da sempre”
Tutti I vostri brani, anche quelli più orientati verso il rock, posseggono una certa vena malinconica di fondo. Cosa c’è all’origine di questa malinconia?
“La malinconia è insita dentro di noi, è uno di quegli elementi che da sempre caratterizzano la musica finlandese, non unicamente quella dei The 69 Eyes. Se ascolti un disco di qualsivoglia artista pop o rock finlandese, ti puoi rendere conto di come questo contenga sane dosi di malinconia. L’origine? E’ dentro di noi, nelle nostre radici… ogni popolo ha una sua peculiarità, riflessa nella sua cultura, nella sua arte. Voi italiani siete conosciuti nel mondo per la vostra solarità ed il vostro calore, la Finlandia è celebre per la sua romantica malinconia. Suonando a lungo con band provenienti da altri Paesi abbiamo avuto modo di contaminarci a dovere, l’esperienza americana ha segnato profondamente il nostro modo di essere e l’assidua frequentazione della scena svedese ci ha inculcato lo spirito festaiolo di questa realtà, però la vena melodica continua ad essere ben presente in tutto quello che facciamo”
Una cosa che ha attirato l’attenzione è lo splendido video del primo singolo ‘Red’. Puoi parlarcene?
“L’idea alla base di quel video era quella di ricreare le atmosfere lugubri di ‘The Girl with the Dragon Tattoo’ (il remake de ‘Uomini che odiano le donne’, diretto da David Fincher e interpretato da Daniel Craig e Rooney Mara Nda) e devo dire che, in questo frangente, Patric Ullaeus, il regista che aveva già avuto modo di collaborare con artisti del calibro di Europe, Dimmu Borgir ed In Flames, si è davvero superato. E’ stata un’esperienza splendida, abbiamo girato il tutto nelle campagne attorno a Goteborg in una cornice davvero affascinante… ed in più grazie a Patrick siamo stati tutto il tempo circondati da meravigliose playmate con tacchi a spillo e guêpière… davvero niente male”
L’uscita del disco è stata accompagnata anche dalla pubblicazione di un libro a fumetti, ‘The 69 Eyes: Helsinki Vampires’ ispirato alla vostra band. Vuoi parlarcene?
“E’ un progetto un po’ più articolato rispetto ad un semplice libro a fumetti, perché si tratta di una trilogia suddivisa in tre volumi da circa 60 pagine l’uno. E’ un’idea partita da Kurt Amacker, un mio amico americano che si occupa proprio della realizzazione dei fumetti. Il progetto ripercorre la storia dei The 69 Eyes…dal 1600 ad oggi, ovviamente in chiave vampirica. E’ qualcosa di molto divertente che ci inorgoglisce parecchio, anche perché non penso siano molte le band che possano vantarsi di avere un fumetto tutto per loro!”
I The 69 Eyes possono vantare un record assai raro per una rock band, quello di aver mantenuta invariata la line up dagli esordi sino ad oggi. Come ci siete riusciti?
“Non lo so, però considero questo fatto come una sorta di benedizione per noi. Suonare sempre con gli stessi ragazzi è un modo per farci sentire eternamente giovani, perché ci divertiamo ancora come quando abbiamo mosso i nostri primi passi, stiamo ancora bene insieme condividiamo gli stessi stimoli e le stesse motivazioni, e questa è per noi linfa vitale. Può sembrarti retorica, ma non avvertiamo davvero i vent’anni di carriera che abbiamo sulle spalle, ogni concerto ci sembra il primo, è una sensazione molto bella. Però lasciami dire che il cambio di line-up non sempre è una piaga per una band… ci sono gruppi che hanno tratto nuove energie e hanno saputo rigenerarsi cambiando qualche elemento, quindi cambiare qualche ingranaggio quando le cose iniziano a scricchiolare può essere di grande aiuto per il gruppo. Per nostra fortuna, però, questa è una cosa che non ci riguarda…”
Nel corso della vostra ventennale carriera, la vostra strada è andata incrociandosi più volte con quella di Ville Valo, tanto da creare una strana alchimia tra di voi. Ti va di inquadrare questo prolifico rapporto?
“Il nostro legame ha origini profonde, che arrivano sino ai primi anni Novanta, quando cioè entrambe le band stavano muovendo i primi passi nella scena rock finlandese. Ricordo che Ville aveva appena dato vita agli H.I.M quando lo incontrai in un bar di Helsinki. Lui mi conosceva, avendo i The 69 Eyes già esordito discograficamente, mi avvicinò e si offrì di incidere qualche backing vocals sul nostro prossimo disco. La cosa non mi dispiacque ed infatti Ville prese spesso parte alle nostre produzioni in veste di special guest, arrivando persino ad occuparsi della pre-produzione di ‘Wasting The Dawn’. Ad esplodere per primi su scala internazionale, però, furono proprio i suoi H.I.M, ma la cosa non mi creò problemi, anzi… primo perché non c’era mai stata rivalità tra di noi bensì una forte amicizia, poi perché del loro successo beneficiammo indirettamente anche noi, trovandoci spalancate davanti le porte del mercato internazionale. Oggi il nostro legame è ancora forte, spesso quando dobbiamo lavorare ad un nuovo disco lo facciamo venire in studio con noi, gli facciamo ascoltare le demo, sentiamo il suo parere, ci confrontiamo, teniamo in considerazione le sue idee, perché il suo aiuto è sempre molto prezioso”
Ora è naturale aspettarsi un tour per promuovere ‘X’…
“Ovviamente, perché il live è da sempre la parte predominante della nostra attività. Gli ultimi mesi del 2012 li passeremo a suonare in Finlandia, quindi da gennaio partiremo con il tour Europeo che si evolverà poi in quello statunitense. Sicuramente l’Italia sarà una tappa importante del nostro girovagare per l’Europa, perché abbiamo un rapporto molto forte con il tuo Paese. Abbiamo suonato a Roma in passato e siamo rimasti affascinati dall’atmosfera e dalla bellezza della Capitale, meravigliosa anche in quegli angoli spesso trascurati dalle normali rotte turistiche come lo stupendo cimitero del Verano…il nostro sogno è tornare a suonarci, quindi mi raccomando, spargi la voce…”