Necrodeath – 25 Years in Hell
Il 12/02/2010, di Fabio Magliano.
5 febbraio 2010. Una data da segnare in rosso sul calendario, perchè in questo giorno uscirà nei negozi ‘Old Skull’, cover album nato per celebrare i 25 anni di vita dei Necrodeath, band ligure capace di scrivere la storia del metal estremo anche al di fuori dei confine italiani. Attraverso le parole del drummer Peso e dei suoi compagni Pier e GL, Fabio Magliano ripercorre la carriera di questa pietra miliare del metal “made in Italy”
25 anni di carriera. Un traguardo difficile da raggiungere per qualsiasi artista, figurarsi per una band di metal estremo. Per lo più nata in un periodo in cui questo genere era agli albori. Per lo più nata in Italia, un Paese non troppo avvezzo a questo tipo di sonorità. Ed invece con una sana dose di tenacia, i Necrodeath hanno saputo proseguire dritti per la loro strada, hanno passato bufere e momenti di godimento puro, hanno fatto scuola non solo tra i confini patrii, ed ora arrivano a celebrare questo importantissimo traguardo pubblicando, per la prima volta in totale autoproduzione, il nono album della loro carriera, ‘Old Skull’, un album tributo a tutte quelle band che negli anni hanno influenzato sound e attitudine della band ligure. Un ottimo pretesto per ripercorrere, attraverso le parole di Peso, unico membro originario “sopravvissuto” negli anni ai terremoti di line-up, del chitarrista Pier e del bassista GL, 25 anni entrati di diritto nella storia del metal estremo…
La vostra avventura inizia il 5 febbraio 1984 come Ghostrider. Oggi mettere su una band metal è abbastanza semplice, ma all’epoca che non era così facile muoversi nel mondo del metal estremo. Come sono stati i primi tempi?
“(Peso) Quel giorno Claudio ed io andammo a Milano a vedere i Venom che avevano come gruppo spalla i Metallica. Era il nostro primo, vero concerto che andavamo a vedere e rimanemmo fleshati. Fu cosi che decidemmo di fondare anche noi il nostro gruppetto che doveva far più casino possibile! Non era facile muoversi in quei tempi, a partire dalla strumentazione che non sapevi bene cosa dovevi usare, i suoni da ottenere…ma più che altro mancavano totalmente le strutture, le etichette, i locali per suonare…insomma erano gli albori della musica estrema per cui un gruppo di pivelli come noi non era preso assolutamente in considerazione”.
Cos’è che spinge 4 ragazzi come voi a lanciarvi in una simile avventura?
“Bhe la passione per la musica . E’la stessa che oggigiorno alla nostra età ci fa continuare a suonare. Mi viene in mente il titolo del libro di Daniele degli Infernal Poetry: “10 Motivi Per Iniziare a Suonare e 1000 Per Smettere”. In effetti ha ragione e se non ci fosse una passione malata per fare questo, ti assicuro che la domanda più ricorrente potrebbe essere ‘ma chi te lo fa fare?’ Comunque sia, la reputo una splendida avventura con i suoi alti e i suoi bassi, che per quanto mi riguarda mi ha dato delle soddisfazioni incredibili e indimenticabili, indipendentemente dalla popolarità che hanno più o meno raggiunto i Necrodeath”.
Che ne è stato dei membri originari dei Necrodeath?
“Claudio che è l’unico con cui sono in contatto, è sempre attento dietro le quinte a ciò che si muove con il gruppo e non a caso ha partecipato in un brano del nuovo album di cover ‘Old Skull’. Nel 2004 ha lasciato il gruppo dopo essere diventato padre lasciandoci una grande eredità. Degli altri non so più nulla”.
Vi capita mai di pensare al vostro passato e sentirvi dei pionieri?
“Ad onor del vero senza togliere valori storici a nessuno, credo che i pionieri italiani di questo filone così estremo sia la triade Bulldozer-Necrodeath e Schizo. È anche per questo che abbiamo chiesto ai membri o ex membri di queste due band di partecipare al nostro disco celebrativo in modo che il tutto avesse un senso, e loro hanno risposto alla cosa con molto entusiasmo e professionalità!”
Ripercorrendo i vostri primi 25 anni. La cavalcata discografica ha inizio ufficialmente nel 1987 con ‘Into The Macabre’. Che ricordi avete, oggi, di quell’esperienza?
“Registrammo in uno studio qui della zona molto in auge in quell’epoca, dove i re della musica leggera e del pop venivano appositamente per registrare i loro hit! Il nostro produttore aveva un gancio con loro e appena lo studio ebbe a disposizione una decina di giorni, ci fecero entrare. Le facce dei due fonici era tutto un programma. Erano sbigottiti nel sentire il bordello che riuscivamo a fare. Furono giornate molto divertenti dove due mondi musicali completamente diversi si stavano incontrando o scontrando. Comunque devo dire che la loro professionalità fu davvero lodevole e per quell’epoca uscì una produzione veramente cool! Quel disco rimane il titolo più venduto e più ascoltato in assoluto. Ha fatto veramente il giro del mondo, e anche nomi illustri della scena lo citano spesso e volentieri come un classico del genere”
Due anni più tardi è la volta di ‘Fragments Of Insanity’…
“Cambiammo etichetta e dal produttore genovese passammo alla Metal Master di Milano, dove registrammo il disco. La produzione è forse più pulita ma a mio avviso non potente come quella di ‘Into…’, un album forse un po’ sottovalutato, ma che comunque fece anche lui la sua storia. E’ stato addirittura ristampato a nostra insaputa in Indonesia da un’etichetta pirata…ecco perchè ad un certo punto hanno iniziato ad arrivarci centinaia di lettere da Singapore e zone limitrofe, nella quali ci veniva chiesto di organizzare un tour da quelle parti!”
Proprio sul più bello, però, decidete di sciogliervi…
“Ci sciogliemmo a gennaio del ‘90 per l’esattezza, e con Claudio ci riunimmo nel ’97…La decisione di scioglierci fu per una mancanza pressochè totale delle strutture che potevano far vivere una band estrema come la nostra. Purtroppo non eravamo nati in Germania o negli States dove chi faceva questo genere era già inserito nei vari circuiti, per noi era già tanto riuscire ad organizzare un concerto con strutture precarie. Alla fine la delusione per tutto ciò che ci circondava prevalse sulla scelta di continuare a suonare”.
Nel 1991, quindi, avvii l’avventura Sadist. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
“La solita passione per la musica mi portò l’anno dopo a formare una nuova band, nuovo suond, nuove situazioni e lì le cose cominciarono ad andare meglio. Ebbi l’opportunità di andare in Inghilterra a registrare il secondo album ‘Tribe’, e anche i concerti in Italia si potevano iniziare ad organizzare con un minimo di professionalità. Un contratto con una bookin agency olandese ci portò in tutta Europa per tre anni. Ho dei ricordi bellissimi di quell’epoca anche perchè dovunque andavamo a suonare c’era sempre qualcuno che mi chiedeva che fine avessero fatto i Necrodeath. Questo a dimostrazione che in realtà quello che eravamo riusciti a fare nonostante le strutture precarie, fu qualcosa di grande, che teneva in vita il nome del gruppo! Purtroppo la mia avventura nei Sadist finì nel dicembre del ‘96 e ognuno di noi prese la propria strada. La mia fu quella di riformare i Necrodeath”
Perché i tempi erano cambiati?
“Beh, dopo la mia separazione con i Sadist mi presi un periodo sabbatico non musicale, e proprio in quel periodo Claudio, sapendo che ero a spasso musicalmente parlando, mi venne a cercare riproponendomi di mettere su i Necro. All’inizio non ero molto propenso, infatti solo nel ’97 ovvero un anno dopo iniziammo ad andare in sala prove con i nuovi Flegias e John per vedere se si poteva tirare via la ruggine accumulata e se la nuova line-up poteva funzionare.Siamo stati chiusi circa un anno e mezzo in sala prove senza dire nulla a nessuno, e l’11 maggio del ‘99 abbiamo debuttato a Biella aprendo un concerto agli Immortal. E’ stato molto emozionante e divertente, avevamo tutti e quattro l’adrenalina a mille!”
Il disco che sancisce il vostro ritorno è ‘Mater Of All Evil’ del 1999…
“Oltre alla ruggine che dovevamo togliere abbiamo composto le nuove canzoni con grande entusiasmo e l’idea di andare in Svezia a registrare ci aveva galvanizzato ancor di più. Lo considero un ottimo album. Era il disco che tutti si aspettavano e tutti volevano. Ci aspettavano al varco per vedere se il tempo e la pausa ci aveva fatto perdere in qualcosa e noi sapevamo che quello sarebbe stato un nuovo trampolino di lancio. Anche sostituire Ingo alla voce non era così semplice ma Flegias si è dimostrato all’altezza della situazione e tutt’oggi continua alla grande su quella linea!”
2001: ‘Black As Pitch’…
“I pezzi di ‘Black…’ mi piacciono tantissimo. Il ritornare in Svezia questa volta a registrare fu meno entusiasmante, anzi forse un po’stressante, ma non per colpa nostra. L’album si mantenne sulle coordinate di ‘Mater…’ senza lasciare un minimo di respiro dall’inizio alla fine. Una mazzata nei denti per intenderci, senza compromessi! Il mio pezzo preferito che tutt’oggi suoniamo sempre dal vivo è ‘Red As Blood’!”
Due anni dopo è la volta di ‘Tones Of Hate’, album che in un certo senso segna una sorta di svolta per voi…
“Vero, infatti con questo disco cambiamo produzione eci affidiamo a Giuseppe Orlando e ai suoi Outer Sound Studios di Roma chiudendo cosi il capitolo con la Svezia. L’album vuol segnare una piccola svolta sulla composizione, meno diretta, più complicata e forse meno capita alla fine. È l’ultimo album di Claudio che già in questo disco partecipa poco alla composizione. Probabilmente l’album che ha venduto di meno della nostra intera discografia”.
In ‘100% Hell’ troviamo appunto un Claudio in meno, ma un ospite d’eccezione: Cronos…
“E’ stato emozionante comunicare con un grande idolo e colui che è stato fonte d’ispirazione per il gruppo agli esordi, una bella soddisfazione. Purtroppo Claudio non è più della partita, per cui affido il ruolo della chitarra temporaneamente al giovane Andy…Con ‘100% Hell’ torniamo a suonare un thrash vecchia scuola bello dritto, lasciando anche però qualche spazio alla melodia in piccole parti. Il nome risale, e anche gli indici di ascolto che erano calati con ‘Tons…’. Da lì, poi, si parte per un tour europeo insieme ai Marduk e altre belle manifestazioni live un po’ovunque, e per questo tour alla chitarra viene chiamato Pier, prima solo in fase live, quindi gli chiedo di darmi una mano anche per la composizione del successivo ‘Draculea’”.
Un disco, questo, con il quale vi avventurate nei meandri del concept album…
“(Pier) ‘Draculea’ è appunto un concept sulla vera storia del Conte Vlad. A mio avviso è un disco davvero ben riuscito e molto innovativo. Al primo ascolto una “metal head” potrebbe pensare al solito album thrash-death con i testi che parlano di vampiri, ma dietro c’è molto di più, una vera e propria ricerca da parte di Peso di notizie storiche dettate dall’ispirazione tratta dai singoli brani. Era un momento particolare per me dal punto di vista musicale. Collaboravo con la band solo come special guest, suonando a pieno regime anche con Labyrinth e gestendo altri progetti. La situazione si andò ad assestare circa un anno dopo quando divenni membro ufficiale dei Necrodeath e nel contempo fondai i Mastercastle. Fu proprio in questo periodo che mi resi conto che la mia strada aveva ormai incontrato quella dei Necrodeath. ‘Draculea’ contiene alcune atmosfere molto particolari e sperimentali, nuove rispetto al classico sound Necrodeath, ma nello stesso tempo brani come ‘Smell Of Blood’ o ‘The Impaler’ che sono dei “must” di cattiveria e grinta tipica dell’ “old school” anni ‘80. Peso sperimentò parecchio con varie percussioni, ed io con una chitarra baritona. Anche qui la produzione è stata dalla nostra parte, entrammo in studio preparatissimi così da poter dare il meglio e il risultato ci ha soddisfatti parecchio”
L’ultimo capitolo è ‘Phylogenesis’…
“(GL) Con ‘Phylogenesis’ entro ufficialmente al basso al posto del defezionario John. Con questo disco abbiamo voluto riscoprire gli esordi della band pur mostrando quello che siamo oggi. La formazione di quest’album è parecchio cambiata rispetto ai primi tempi, ma nonostante questo siamo tutti consapevoli del nostro ruolo e della strada intrapresa da Peso e soci 25 anni fa, quindi ‘Phylogenesis’ porta con se l’essenza dei Necrodeath ma con nuove energie”.
Perché per celebrare i 25 anni di vita della band vi siete affidati ad un album di cover…
“(GL) La scelta di un cover album è per omaggiare quei gruppi che ci hanno ispirato e spronato a suonare, per esempio Peso prima citava i Venom come band che lo ha particolarmente influenzato, io posso citarti Motorhead e Slayer, insomma, si potrebbe dire che ci siamo fatti un regalo da soli!”
“(Peso) Volevamo rendere tributo alle band che ci hanno trasmesso negli anni ’80 tutto quello che si poteva sprigionare artisticamente. La vecchia scuola rimane sempre la migliore e anche la mia preferita come ascoltatore. Ecco perchè intitolare il disco con un gioco di parole che riporta in copertina un remake del vecchio demo tape del 1985, ‘The Shining Pentagram’. Sono passati 25 anni da allora e 25 sono i teschietti raffigurati in copertina. L’album di cover però si apre con un nostro brano storico, ‘Mater Tenebrarum’ targato 2010 con la voce di A.C.Wild ad introdurre le prime note, e si chiude con lo stesso brano ripreso dal vecchio demo versione 1985 come bonus track”.
A questo punto viene la curiosità di saperne di più su ‘Old Skull’…
“(Pier) L’album è stato registrato questa volta nei nostri studi personali. Abbiamo preferito però affidare il mixaggio agli Outer Sound e masterizzarlo presso i Fear Studio di Ravenna. Siamo molto soddisfatti del risultato e della produzione. I brani sono stati eseguiti per lo più rispettando le strutture caratteristiche originali, ma abbiamo inserito molti arrangiamenti per personalizzarli un po’. Sono inoltre presenti diversi ospiti, alcuni di casa Necrodeath come Penzin (bassista storico degli Schizo) e Claudio, nonchè i grandi A.C Wild e Andy dei Bulldozer e altri nomi interessanti. Non è escluso che più avanti esca anche la versione in vinile, perchè l’abbiamo già fatta con ‘Into The Macabre’ con ottimi risultati di feedback”
“(Peso) Infatti a dicembre sono uscite ben due ristampe contemporaneamente, quella che ti accennava Pier del vinile di ‘Into…’ con copertina gatefold come l’originale e con una piccola tiratura limitata in vinile blu e poi anche la versione del primo demo tape targato Necrodeath ‘The Shining Pentagram’ in versione vinile 10”. Il tutto sta girando in circuiti underground per cui difficilmente li vedrete nei negozi, però potete sempre mettervi in contatto con noi o venire ai nostri concerti”.
Peso, cosa hanno detto, per te, i primi 25 anni di carriera dei Necrodeath?
“Bhe cosa hanno detto non lo so, più che altro cosa hanno fatto. Hanno plasmato la mia vita, quella che prima era una passione oggi è una professione, ma non solo per l’aspetto prettamente musicale. Visto l’entità di culto della band, forse non tutti sanno che siamo noi 4 che gestiamo quasi interamente ogni aspetto del gruppo, da quello manageriale a quello dell’immagine, dalle foto ai video, alla comunicazione internet, alle registrazioni audio…insomma ognuno di noi 4 ha un ruolo ben preciso all’interno del gruppo indipendentemente dal suo strumento. Oggi siamo anche i produttori di noi stessi, infatti questo nono album è in realtà il primo realizzato in totale autoproduzione, e questo ci sta stimolando tantissimo e vogliamo vedere come saremo in grado di gestircelo. Certo, abbiamo anche collaboratori esterni molto importanti, c’è chi ci segue da molto e chi da poco, ma tutti hanno un ruolo fondamentale per la band. Per cui diciamo che questi 25 anni da musicista, inclusa la parentesi Sadist, mi hanno insegnato a seguire la mia strada, e finche avrò la possibilità e la voglia di fare il musicista o di vivere dietro a tutto quello che gli gira intorno, continuerò con tutte le mie forze! Alla fine è anche uno stile di vita, che purtroppo o per fortuna ti da e ti toglie tanto allo stesso tempo!”
Su internet circola una tua foto con Euronymous. Cosa ricordi di quell’occasione?
“Ho frequentato la città di Oslo per circa due anni. Oystein era un tipo tranquillissimo in realtà, nella vita privata, e anche l’unico norvegese più basso di me! I nostri incontri erano più che altro legati a serate passate nei vari pub del centro di Oslo. Lui aveva molto rispetto dei Necro e mi aveva anche proposto di fare un tour insieme. Purtroppo la cosa non avvenne mai, però mi ha fatto piacere tre anni fa all’Agglutination Festival rivedere Jorg e Hellhammer dei Mayhem e dividere il palco con loro”.
Mi dici una cosa che in questi anni è stata detta sui Necrodeath che ti ha particolarmente inorgoglito e una che ti ha fatto incazzare?
“Le dichiarazioni di Phil Anselmo su una rivista inerenti appunto ai Necrodeath e il suo abbraccio quando ci siamo conosciuti…A parte che mi stava spezzando le costole, però è stato veramente emozionante parlare con lui e sentirsi innalzati! Anche Fegias che apparentemente è più freddo di fronte a queste cose, l’ho visto molto colpito quel giorno! Una cosa che mi ha fatto incazzare? Forse quando ho realizzato che il download illecito aveva colpito anche noi, un gruppo di culto che quelle due copie più o meno le aveva sempre vendute in giro nella propria nicchia underground. Pensavo fosse una cosa che riguardasse solo le big band come i Metallica o mostri sacri del genere, e invece questa cosa non ha risparmiato nessuno. Ora non mi fa più caldo nè freddo e noi continuiamo ugualmente per la nostra strada, però l’impatto di essere entrati in un meccanismo dove non ne esci vivo è chiaro che fa male, e chi fa dischi come noi lo può capire benissimo! E i gruppi al primo disco oggi giorno sono le prime vittime di tutto ciò. Bisognerebbe aggiornare il libro di Daniele di cui ti parlavo prima, aprire un capitolo a parte e cambiare il titolo in “1001 Modi Per Smettere”.
Disco a parte, come celebrerete i 25 anni della band?
“Essendo questo il nostro primo lavoro totalmente autoprodotto, ora come ora ci stiamo occupando della fase gestionale del disco e della rassegna stampa. A livello di distribuzione abbiamo già un buon giro e a livello promozionale abbiamo messo insieme tutti i contatti recuperati in questi anni e ci stiamo autopromuovendo. Questa è la prima intervista, spero di una lunga serie. È molto motivante tutto questo, perche è tutto fatto in casa e le uniche persone a cui dobbiamo rendere conto siamo noi. Sono contento di questa cosa! Nel frattempo grazie anche alla CP Agency di Roma a marzo partirà un tour che toccherà diverse città italiane ed estere…Insomma come vedi siamo impegnati su tutti i fronti!!”