Kiss – Thrills in the night
Il 14/04/2008, di Fabio Magliano.
A nove anni dall’ultima visita italiana, tornano i Kiss per incendiare Verona e Milano con due show che, alla luce di “inquietanti” scenari futuri, potrebbero essere gli ultimi del “Bacio”, o almeno di come lo concepiamo noi. Paul Stanley pare ormai avviato verso un futuro di family man, Gene Simmons è impegnato su più fronti pur di aumentare il suo gruzzolo ed ai fan non rimane che incrociare le dita e sperare… cullandosi però nella certezza che i Kiss oggi ci sono ancora e sono quantomai intenzionati a non fare prigionieri, offrendo una serie di show esplosivi come da tradizione. Questo almeno è quanto ha rivelato al nostro Fabio Magliano un rilassato Gene Simmons in un’intervista esclusiva…
15 marzo 1999. Era un lunedì. I Kiss, forti di un nuovo album accolto più che positivamente da una critica tenuta per troppo tempo sulla graticola, suggellavano il ritorno in Italia con uno spettacolo destinato a fare storia, con Gene, Paul, Ace e Peter sul palco, le maschere disegnate sui volti quasi fossero una seconda pelle, gli effetti speciali che li avevano resi celebri accolti con lo spirito di chi si appresta a vivere una sorta di rito magico, ma soprattutto l’effetto 3D, la vera novità, la grande attrazione, la trovata geniale che anche solo per pochi istanti portava la band ad abbracciare idealmente un Forum di Assago gremito all’inverosimile. Da qui il silenzio. Voci ogni tanto, più che altro rumors: ‘arrivano in estate con l’orchestra…’, ‘saranno headliner del prossimo festival…’, ‘torna Paul, ma in solitaria…’ ipotesi, per lo più speranze destinate ad andare presto disilluse. Almeno fino ad oggi, quando i Kiss tornano veramente a far visita al devoto pubblico italiano, per due date che veleggiano vero un quasi scontato sold out. Due date simili ma a modo loro molto differenti, la prima nella cornice incredibile dell’Arena di Verona, il palcoscenico delle grandi occasioni, quello riservato solo ai miti assoluti, la seconda al Forum di Assago quasi a voler suggellare il ritorno sul luogo del delitto, nove anni più tardi… Proprio per ingannare l’attesa, allentare la tensione e cercare di scoprire a cosa stiamo andando incontro siamo andati a bussare ancora una volta alla porta del “Demone”, sempre meno musicista e sempre più businessman, meno “stronzo” rispetto al precedente incontro (all’epoca, però, c’era un album dal titolo ‘Asshole’ da promuovere ed il personaggio doveva sicuramente adeguarsi…) ma ugualmente sicuro di se, determinato, sfrontatamente arrogante, incredibilmente carismatico…in poche parole, Gene Simmons…
L’ultima volta che abbiamo avuto modo di vedervi dal vivo è stato nel 1999 in occasione dell’ormai leggendario “3D Tour”. In quell’occasione ci avete sorpresi con trovate di grande effetto, facile quindi aspettarsi altrettanto dalle vostre nuove date italiane. Puoi anticiparci qualcosa?
“(Gene Simmons) Sarà uno spettacolo indimenticabile, perché se non siamo in grado di dare il meglio a chi viene a vederci, siamo i primi a starcene a casa. E’ uno spettacolo pieno di effetti speciali, grandi canzoni, grande musica, tantissime trovate sceniche…e ovviamente una buona dose di sorprese che non vanno assolutamente svelate per non rovinarvi l’emozione del momento. Sarà un concerto memorabile, questo posso dirlo senza problemi, perché i Kiss sono abituati a questo. Sappiamo cosa vuole la gente da noi e noi sappiamo come dargliela. Quando vai ad un concerto dei Rolling Stones lo fai perché vuoi determinate cose dalla band, e per quanto bene possano suonare se non ti danno esattamente cosa vuoi te ne andrai via deluso. Quando i Led Zeppelin hanno suonato a Londra nel reunion-show la gente ha pagato il biglietto centinaia di euro perché voleva sentire QUELLE canzoni, voleva la chitarra di Jimmy Page ed i vocalizzi di Robert Plant. Pensa cosa sarebbe successo se avessero proposto qualcosa di diverso rispetto alle aspettative? I Kiss non deluderanno mai i loro fan, volete uno show incendiario? Volete le canzoni che hanno fatto la storia del rock? Beh, state tranquilli che al nostro concerto avrete tutto questo ed anche qualcosa di più…”
La prima data sarà a Verona, la “città degli innamorati”, il “nido d’amore di Romeo e Giulietta”. Che significato ha la parola “amore” per Gene Simmons?
“Pensi che non conosca il significato della parola “amore” perché ho avuto migliaia di donne nella mia vita? Invece so benissimo cosa significa amare, l’ho imparato anche a mie spese. E ho capito che il significato della parola “amore” cambia da uomo a donna. Io personalmente ho capito che per imparare ad amare la mia donna dovevo prima di tutto essere in grado di amare me stesso. Non puoi amare gli altri se non hai rispetto per quello che sei e per quello che fai, è assolutamente naturale”.
Il ritratto che tutti noi abbiamo di te è quello del grande amante. Ma che tipo di amante sei? Passionale…romantico…selvaggio…
“Che domande! Dipende ovviamente dal contesto e dalla situazione. Se devo accompagnarmi con una donna fine, affascinante, intrigante sicuramente sarò il migliore dei gentleman, le offrirei una cena al lume di candela, una serata romantica e sarei in grado di ricoprirla di dolcezze. E nel momento topico ti assicuro che saprei essere delicato come una mano che coglie un fiore di campo. Ma ci sono anche le situazioni limite, mi è capitato di incontrare la ragazza che voleva solamente avere un’avventura con Gene Simmons senza troppi giri di parole, la tipica persona che va direttamente al sodo, che vuole tutto e subito. Ed allora in questo caso è normale che venga fuori il lato più selvaggio”
Verrebbe facile pensare che nelle tue mani le donne non siano altro che un oggetto del piacere. Com’è la donna vista dagli occhi di Gene Simmons?
“Se hai la fortuna di incontrare la persona giusta, è l’essere più speciale che sia mai stato creato!”.
E tu questa fortuna ce l’hai avuta?
“Hey, ma tu non hai mai visto ‘Gene Simmons Family Jewels’? E’ un reality show arrivato ormai alla terza serie e mostra a tutti come Gene Simmons sia innamorato ed abbia una famiglia meravigliosa. Shannon (Tweed, la compagna con la quale convive da quasi 25 anni Nda) è una donna eccezionale e mi ha dato due figli stupendi. Non ci siamo mai sposati, ma ha importanza? Cambia qualcosa nel rapporto tra uomo e donna se non c’è un anello a legarli? Tra di noi c’è amore e rispetto, il feeling è assoluto, e infatti se siamo stati tutti questi anni insieme un motivo ci sarà pure no? Shannon è poi una mamma meravigliosa, ha saputo crescere due figli nel rispetto delle regole e dei principi più sani, sa essere autoritaria quando serve ma anche incredibilmente dolce, ed è estremamente saggia quando si tratta di prendere delle decisioni. E’splendida, ed è tutto documentato in ‘Family Jewels’. Ma davvero non lo vedete in Italia?”
No, in Italia ‘Gene Simmons Family Jewels’ non mi risulta sia ancora arrivato in TV, però è stato trasmesso e molto apprezzato ‘Rock School’, il reality che ti ha visto protagonista nei panni di un insegnante di musica. Ma sinceramente, è più facile registrare un disco di successo o insegnare a ragazzini di 10 anni la vera essenza del rock’n’roll?
“Sicuramente insegnare musica ai ragazzi. Prima di diventare una rockstar ho fatto l’insegnante, quindi avevo già dimestichezza con i ragazzi e non ho avuto troppi problemi nel relazionarmi con loro. Essere poi un musicista mi ha dato una mano a livello comunicativo e mi ha consentito di far avvicinare a me dei ragazzi che avevano poca dimestichezza con il mondo del rock. Riguardo l’apprendere, poi, ho trovato che questi ragazzi fossero tutti molto aperti mentalmente, imparavano con grande facilità e lavorare con loro è stato estremamente semplice. Quando devi incidere un disco di successo, invece, devi tenere conto di mille variabili, vai a toccare diversi tasti differenti, devi giocare con i gusti della gente, e non sei comunque sicuro che tutto vada per il meglio, quindi rischia di diventare tutto molto più complicato”.
Come hai sottolineato più e più volte sei multi miliardario, hai avuto migliaia di donne…cosa manca ancora a Gene Simmons per sentirsi davvero realizzato?
“Il non sentirmi mai realizzato. Ho avuto 5.000 donne nella mia vita? Ok, dov’è la prossima? Sono un musicista di successo? Nessun problema, mi sono buttato nel mondo della televisione, ho aperto una casa discografica, ho lanciato una serie di fumetti attraverso la mia Simmons Comics Group, e ultimamente mi sto dedicando al marketing con il mio socio Richard Abramson con il quale ho creato la “Simmons Abramson Marketing”: studiamo strategie, lanciamo iniziative, stringiamo accordi commerciali come quello che oggi ci vede collaborare con la Formula Indy automobilistica. Io voglio sempre di più, quando mi sento al top mi dico che posso fare di più, perché non c’è mai un limite al “top”, e allora penso a cosa posso fare per andare oltre, e lo faccio”.
In una precedente intervista hai affermato che tu sei nato per vincere, eppure hai lasciato che fosse Paul a fregiarsi del titolo di “vincente” intitolando il suo disco solista ‘Live To Win’ mentre tu hai preferito rifugiarti in un ben meno lusinghiero ‘Asshole’. Come mai questo cambio di ruoli?
“Perché io ho piena coscienza di quello che sono, e non ho paura di affermarlo. Io sono uno stronzo, lo riconosco, e mi rendo conto che se oggi sono quello che sono e ho guadagnato quello che ho guadagnato, è perché sono uno stronzo. Ti racconto una cosa: una volta, da ragazzino, ho visto alla televisione Cassius Clay, Muhammad Ali…e dichiarava senza troppi problemi di essere il migliore, il più grande di tutti, ed io tra me e me pensavo ‘Guarda che stronzo questo!’. Beh, non avevo capito niente! Cassius Clay diceva certe cose semplicemente perché lui era veramente il più grande di tutti. Se ti riempi la bocca di aria ma non combini nulla sei solo un perdente. Io sono un vincente, dati alla mano, nessuno mi può smentire, quindi non ho problemi ad affermarlo. Anche a costo di risultare alla fine stronzo. Ma vincente”.
Ma quando al mattino guardi nello specchio, che cosa vedi? Un’icona…un miliardario…una rockstar…uno stronzo?
“Un po’ tutte queste cose direi. Ho molte personalità, vedessi un’unica persona finirei per apparire monotono pure a me stesso. Sono uno stronzo perché sono un miliardario di successo, sono un’icona perché il mio volto è nella casa dei ragazzi di tutto il mondo, e sono una rockstar perché ho il privilegio di suonare nella più grande rock band del mondo ed ho l’onore di poter dividere da anni il palco con il più grande cantante che la storia del rock ricordi. Paul Stanley è un’icona, è uno dei più grandi cantanti che abbia mai conosciuto ed ogni mattina penso al privilegio che ho avuto nell’incontrarlo e nel dare vita con lui a questo incredibile gruppo”.
A proposito di Paul, ormai da un po’ di tempo circola in internet la voce che vuole questo essere l’ultimo tour dei Kiss con Paul Stanley poiché questi è intenzionato a dedicarsi maggiormente alla famiglia. Solo gossip o c’è qualcosa di reale alla base?
“Ricorda che le voci non circolano mai per caso e alla base di tutto c’è sempre un che di reale. Paul è un fratello, lo stimo tantissimo, quindi rispetterò ogni sua decisione come è giusto che sia. Dopo, però. Ora il presente si chiama Kiss, ed è qualcosa di esaltante. La prima data del nuovo tour, a Melbourne, ha fatto registrare 80.000 presenze. 80.000! La voglia di Kiss è ancora alle stelle, la gente ci ama, tutti impazziscono per noi, e Paul oggi è ancora l’anima della band e ne è parte fondamentale!”
Credi ci sarà mai un nuovo studio album per i Kiss?
“No, non credo…”
Quindi ‘Psycho Circus’ va considerato alla fine il vostro testamento…
“Si, potrebbe essere. Anche perché, che senso ha oggi fare un altro album? Il mercato discografico è morto, la gente non compra più i dischi, sarebbe uno sforzo inutile, soprattutto per una band che può tranquillamente vivere di rendita senza l’assillo di scrivere nuove canzoni. Negli ultimi due anni abbiamo fatto uscire tre DVD della serie ‘Kissology’, sono arrivati tutti al disco di platino ed il primo volume ne ha vinti addirittura cinque, mi dici a che ci serve un nuovo album? Il futuro sono i DVD, i video, iniziative come queste, quindi credo proprio che continueremo a muoverci in questa direzione”.
Ultimamente alcuni artisti come i Radiohead, hanno cercato di introdurre nel mondo della musica delle nuove vie promozionali, magari rendendo libera la circolazione della musica attraverso internet e concentrandosi per gli introiti su altri fattori come il tour o il merchandise. Tu come giudichi questa soluzione?
“Pessima, tremenda. Ognuno con la sua musica può farci quello che vuole, ma ricordati: se vuoi dare realmente un valore a ciò che fai ogni giorno, non devi mai permetterti di regalarlo in giro. Nel preciso istante in cui metti la tua musica gratis in internet, la svilisci, ammetti quasi inconsciamente che quello che hai fatto non vale niente. Se apro un negozio e mi metto a regalare la merce, a parte il fatto che come businessman non sono proprio capace, spingo il possibile cliente a dubitare della qualità della roba che vado ad offrirgli. Vuoi una cosa di valore? Allora devi pagarla il giusto, ciò che è regalato o che viene offerto a poco, è perché vale poco. Sono i rudimenti del commercio questi. Tu devi sempre focalizzare l’attenzione sulla musica, devi metterla davanti a tutto e cercare di dare sempre il meglio di te. E questo ha un prezzo. Tutto il resto è un meccanismo che non può funzionare”.
Però per alcuni giovani gruppi sui quali le label non vogliono investire, la diffusione della musica attraverso internet è il solo strumento per farsi conoscere…
“Sì, ma non gratuitamente. Vali? Hai talento? Stai tranquillo che la gente non è stupida, sa riconoscere dove c’è del buono, quindi se metti in internet un tuo pezzo e alla gente piace, sicuramente sarà disposta a pagare per averlo. Se lo regali parti un passo indietro agli altri, perché chi ti ascolta al 90% lo fa perché gli offri una cosa gratis, non perché gli piace ciò che suoni, quindi molto probabilmente la tua musica passerà senza lasciare traccia…”
Nel corso dell’intervista utilizzato spesso la parola rockstar per definirti…una rockstar un po’ anomala visto che hai ammesso nella tua biografia di non esserti mai drogato e di non esserti mai ubriacato…non è stato difficile resistere alle tentazioni che il mondo del rock ti offre?
“Se sai chi sei e dove vuoi andare nulla è difficile. Le tentazioni non sono mai mancate: alcool, fumo, coca, acidi… ai party ai quali vieni invitato non manca proprio nulla, se però sai esattamente che cosa vuoi ottenere e dove vuoi arrivare l’idea di stordirti non ti passerà neppure per l’anticamera del cervello. Perché sai che la droga ti annienta, ti impedisce di essere lucido, di lavorare al meglio per raggiungere il tuo obiettivo. Io non mi sono mai drogato, non mi sono mai ubriacato, ed oggi sono diventato quello che sono. Chi invece ci è cascato non è arrivato da nessuna parte, ed è un perdente. Se vuoi vincere devi rimanere lucido, mi pare più che sufficiente come motivo per non lasciarti deviare dalla vita da rockstar maledetta”.
Ok, io sono un ragazzo che vuole ardentemente diventare come Gene Simmons. Che consiglio puoi darmi?
“Non drogarti, non ubriacarci, non stordirti. Guardati attorno e convinciti che sei il migliore. Ti svegli un mattino e non sai chi sei? Non sai cosa hai fatto la sera prima? Devi toccarti il corpo per capire se sei sveglio o se sei ancora nel mondo dei sogni? Ti sei stordito al punto da non sapere neppure da che parte sei girato? Beh amico, sei out, sei un looser, nient’altro che un perdente. Rimani pulito, convinciti delle tue potenzialità, affronta tutto quello che la vita ti mette davanti al meglio delle tue potenzialità, e quando hai dato il meglio di te pensa che avresti potuto fare ancora di più. Vivi come quello per il quale “non è mai abbastanza” e sei sulla buona strada per diventare come Gene Simmons”.