Dinosaur Pile-Up, rilasciato il video di ‘’Bout To Lose It’
Il 27/03/2025, di Andrea Lami.
Superando una malattia mortale e trovando una nuova prospettiva sulle vere priorità, i Dinosaur Pile-Up tornano in piedi dall’orlo del baratro con il loro nuovo singolo ”Bout To Lose It’ e annunciano la loro firma con la Mascot Records.
Sono passati sei anni dall’uscita del loro ultimo album in studio. “Le persone hanno bisogno di chiarezza su cosa è successo”, spiega Matt Bigland. “È stato così catartico raccontarlo”. Ha iniziato a documentare la sua storia sull’account Instagram della band a dicembre 2024, mettendo a nudo tutto. Puoi vederlo con le sue stesse parole qui: Parte 1 | Parte 2 | Parte 3 | Parte 4.
‘Bout To Lose It, sono 5 anni di emozioni represse – speranza, disperazione, rassegnazione e coraggio colossale – scatenate in un bruciante 3:40 minuti di Dinosaur Pile-Up al loro meglio. Lotta. Vulnerabilità. Dolore. Resilienza. Amore. È stato un viaggio infernale. Per molti versi, la brillante e mutevole canzone d’apertura (e singolo principale) ”Bout To Lose It’ inizia dalla fine, calandoci nei panni di un frontman che scalpita per tornare al lavoro ma ha poca fiducia in sé stesso, incerto se ai fan importi ancora qualcosa dopo così tanto tempo lontano: “Immagino di essere di nuovo al limite / Forse non me ne sono mai andato! / Sarebbe stato bello se ti importasse / Ma cosa mi aspettavo?!”
C’erano sei persone in reparto la seconda volta che Matt Bigland si è ricoverato in ospedale. Tre di loro non ce l’hanno fatta a uscire vivi. La vita è breve. È fragile. Può finire in un istante. Questa è la dura verità con cui ha lottato il frontman dei Dinosaur Pile-Up. Quando la colite ulcerosa lo ha lasciato in terapia intensiva all’inizio del 2021, ha iniziato a pensare di nuovo a cosa si tratti veramente.
“Pensi di essere a metà della vita, ma poi ti rendi conto che potresti essere proprio alla fine”, sorride Matt. “Essere in quella stanza era spaventoso. Mi sentivo incredibilmente vulnerabile. Non avevo alcun controllo. Ma sentire le persone nelle ultime ore della loro vita mi ha costretto a pensare a cosa sarebbe successo se fossi morto. Cosa mi stavo lasciando alle spalle? Cosa contava davvero mentre ero qui? Di quali stronzate ho sprecato il mio tempo a preoccuparmi? Cosa aveva un vero valore per me? Ho sempre capito che la vita può essere fugace e fragile, quanto sia importante cogliere ogni opportunità, ma non l’avevo mai elaborata in quel modo…”
Non disposto a setacciare gli strati del trauma quotidiano con ogni amico che si faceva vivo per sapere come stava, anzi, spesso incapace di parlare attraverso una bocca piena di piaghe larghe un centimetro, Matt si è ritrovato a rispondere ironicamente “Mi sono sentito meglio…”
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