Max Cavalera, afferma che scrivere una canzone è una tortura
Il 26/12/2023, di Melissa Ghezzo.
In una nuova intervista rilasciata a Project Backstage della Repubblica Ceca, l’ex Sepultura e attuale frontman dei Soulfly Max Cavalera ha parlato della sua tendenza ad affrontare occasionalmente questioni sociali e politiche nella sua musica. Ha detto: “Beh, inizierò dicendo che odio scrivere testi. Non mi è mai piaciuto. È come un compito a casa. Mi piacciono i riff. Sono un chitarrista. Quando sono con la mia chitarra, posso stare ore e ore a fare jamming. Ma scrivere testi è come una tortura, un po’, ma ne viene fuori del buon materiale. Nel corso degli anni sono diventato un po’ più politico e più consapevole del mondo, così ho iniziato a fare dischi più politici, come ‘Chaos A.D.’ dei Sepultura, ‘Roots’, le cose dei Soulfly, parlando di schiavitù, di cose superstiziose, di profezie e cose del genere. Sì, non mi piace farlo. Lo faccio in modo tortuoso, ma mi piace il risultato, perché quando senti la folla cantare, il messaggio è stato trasmesso. Ma non è la cosa che preferisco fare. La mia cosa preferita sono i riff”.
Ha proseguito: “Se si presta attenzione ai testi… Molte persone vogliono solo fare rock, e va bene anche questo. Ma io vengo da… Il mio background, sono cresciuto ascoltando un sacco di roba punk, e un sacco di roba punk aveva molto da dire; erano molto carichi politicamente. E credo che per questo motivo alcuni dei miei lavori siano diventati un po’ così. Ma è anche semplice. Non cerco di essere qualcosa che non sono. Scrivo in un modo molto semplice che chiunque – è diretto, molto diretto – può capire. Non ci sono molte metafore e cose del genere; sono diretto al punto. Ma spero che qualcuno colga il messaggio e si lasci ispirare da esso, dal messaggio che c’è in dischi come ‘Totem’ e ‘Ritual'”.