Matt Sorum, ricorda e racconta il periodo con i Guns N’ Roses
Il 26/12/2023, di Melissa Ghezzo.
Durante una recente apparizione al podcast ‘Black Oxygen Inspiration’, Matt Sorum ha riflettuto sul suo periodo come batterista dei Guns N’ Roses. Il batterista ha detto: “È diventato spaventoso. Col senno di poi, forse, essendo un po’ più vecchio, avrei gestito la cosa in modo diverso, ma la cosa è andata un po’ fuori controllo perché è diventata così grande. Ci muovevamo velocemente. C’erano molte persone intorno a noi. C’era molta – non posso dire confusione, ma… non lo so. Cominciavo a non sentirmi a mio agio, perché in quel momento eravamo la band più grande del mondo. Non c’era niente di più grande, ed era intenso perché c’era un sacco di gente che ti veniva incontro, come vecchi amici, come se si infiltrassero. E grazie a Dio a quei tempi non avevo il cellulare o gli sms. Immagina se avessi avuto un Sms”.
Ha proseguito: “E lo ammetto. Sono caduto nel bere. E la band era piuttosto famosa per questo. Quindi, in un certo senso, mi sono sentito obbligato a farlo perché eravamo – e l’ho spiegato prima, ho sempre detto che mi sentivo come un pirata su una nave pirata. C’era una sorta di mentalità da banda tra di noi e io volevo far parte della banda. Quando sono entrato nei Guns N’ Roses non avevo nemmeno un tatuaggio. È un po’ come quando sei un ragazzino a scuola e ti ritrovi con altri ragazzi, è così che ci si sente. È come se dicessi: “Ok, vado a farmi i tatuaggi. Bevo”. Ho sempre bevuto. Ma il punto è che le cose sono diventate un po’ confuse solo perché era così grande. E c’erano un sacco di sicofanti di Hollywood in giro, un sacco di quelli che io chiamo – li chiamavo saldatori a punti. E alcuni di loro mi piacevano. Ed era strano, perché… direi a tutti i giovani musicisti che hanno successo, di stare attenti al proprio ego. Fate attenzione, perché è quello che è successo. Ed è un cliché, molto cliché”.