Daevar, presentano l’album di debutto “Delirious Rites”
Il 16/03/2023, di Andrea Lami.
I Daevar sono qui per scuotere la scena stoner/doom-metal con un minaccioso suono lo-fi e una nuova serie di ideali. A metà strada tra gli Sleep e i Paradise Lost, questo misterioso trio ha trovato un’area completamente propria. Come una trasmissione spettrale attraverso la statica neve, Delirious Rites vede la mano misteriosa dei Daevar tendere la mano per afferrare l’anima di chiunque sia maturo per prenderla.
Capeggiati dall’enigmatico Pardis (basso, voce) e completati da Caspar (chitarre) e Moritz (batteria), i Daevar propongono inni lunatici ispirati a ciò che accade realmente nel mondo, piuttosto che cantare della dolcezza della foglia o diffondere l’eterna tristezza. Il giovane trio di Colonia ha registrato cinque atmosferici slow-burners presso gli Hidden Planet Studios con Jan Oberg (Grin/Earth Ship), che ha curato la produzione e aiutato la band a creare un suono ingannevolmente complesso. Immerso in un oceano di fuzz croccante, Delirious Rites affoga l’ascoltatore in una cruda conflagrazione di texture grintose e melodie esaltanti.
L’apertura dell’album “Slowshine” è un pugno alle orecchie sorprendentemente crudo, che squarcia l’apertura atmosferica accuratamente prodotta con il suono schiacciante di basso e chitarra che si fondono insieme in una nebbia di finezza. “Leviathan” dà un’ulteriore visione dell’intricatezza del suono dei Daevar , aprendosi con una chitarra solitaria e croccante incollata dal feedback all’elementare batteria tribale di Moritz. Poi, come la carne che avvolge gli artigli di un’aquila, come una mano che stringe l’elsa di una spada affilata, il basso sfocato afferra la chitarra grezza e grintosa, rafforzandola e rendendola potente.
Spinti da questa combinazione incisiva di chitarra e basso, i Daevar si cimentano in cinque lunatici inni stoner-doom che sviscerano temi consequenziali come la sparizione forzata, la paralisi del sonno e l’emancipazione femminile. La profondità di “Delirious Rites” è pronta a dispiegarsi con canzoni ispirate al lavoro del filosofo politico Thomas Hobbes e citazioni di inni del rock psichedelico iraniano degli anni Settanta.
“Delirious Rites” è disponibile qui: https://thelastingdoserecords.bandcamp.com
Tracklisting:
01 Slowshine
02 Bloody Fingers
03 Leila
04 Leviathan
05 Yellow Queen
Line-up:
Pardis Latifi – Bass Guitar & Vocals
Moritz Ermen Bausch – Drums
Caspar Orfgen – Guitars
Guest Vocals on Leviathan by Jan Oberg
Written & performed by Daevar
Recorded & produced by J.Oberg (Grin / Earth Ship) at Hidden Planet Studio, Berlin/Germany
On Line:
https://www.daevar.de
https://www.instagram.com/daevargram/