Five Finger Death Punch, Ivan Moody ringrazia Rob Halford come uno dei suoi ‘coaches sobri’
Il 30/05/2019, di Olga Occhipinti.
Il frontman dei Five Finger Death Punch, Ivan Moody, ha parlato della sua battaglia contro la dipendenza dall’alcol in una intervista con ‘The Jasta Show’. Ivan ha celebrato il suo primo anno di sobrietà lo scorso marzo, e sono molti gli amici e i colleghi che lo hanno aiutato a superare alcuni dei momenti più oscuri. Puoi ascoltarla qui.
Ivan Moody: “Rob Halford (Judas Priest) è in realtà uno dei miei – e odio ammetterlo – coaches sobri. È stato sobrio per quasi 40 anni. Quando sono andato in riabilitazione, avevo una telefonata di 10 minuti al giorno con lui, non importava dove fosse nel mondo. Allo stesso modo ho avuto i messaggi di Jonathan Davis (Korn) ed entrambi sono stati di gran supporto per me.”
Moody ha continuato dicendo che la ‘Alcoholics Anonymous’ (AA), considerata un modello insostituibile nei casi di riabilitazione, non ha funzionato con lui. Ivan: “Non ho avuto un comportamento ‘ortodosso’ con la mia sobrietà, non vado a un sacco di incontri dell’AA. La rispetto e capisco perché le altre persone ne hanno beneficiato ma non è quello di cui ho bisogno io. Non era la mia strada e non ne avevo bisogno… Sono andato alle riunioni e sono entrato ottimista, pensando ‘Questo mi aiuterà, questo è ciò di cui ho bisogno’. Me ne andavo da lì e sentivo di aver assorbito tutti i problemi degli altri, come se fosse una competizione. Uscivo sentendo la necessità di stare fuori da solo e rimanere forte con le persone del mio ambiente come Jamey Jasta e Rob Halford. Era meglio che stare seduti in una stanza piena di gente che beve caffè e puzza di sigarette e dice che non ce la farà a passare un’altra notte.”
Nonostante l’esperienza negativa, Ivan non ha scartato i benefici di unirsi all’Alcoholics Anonymous come il percorso in 12 step e la prevenzione dalle ricadute. Nel maggio 2018, Moody era quasi morto a causa dell’alcol, si svegliò con sua figlia che lo teneva mentre piangeva e già nel 2017 ebbe un forte crollo sul palco in Europa a causa della dipendenza. Fu allora che la band lo mandò a casa.
Secondo Ivan, le sue ultime battaglie con l’abuso di alcol hanno fortemente ispirato i testi degli album più recenti dei Five Finger Death Punch, come ‘And Justice For None’.