Metal Hammer, sfoglia il quinto numero del 2017
Il 09/10/2017, di Stefano Giorgianni.
È disponibile il nuovo numero di Metal Hammer, il quarto di questo 2017. Italia in copertina, con gli Arch Enemy, mentre all’interno potrete trovare interviste a Cradle Of Filth, Rage, Enslaved, Nothing More, Horrid, Mr Big, Enter Shikari, Republica, Venom Inc, The Haunted. Nel core spazio alle nuove release dei The Lurking Fear e Paradise Lost. Inoltre ci sono i live: Midgardsblot, Bay Fest e Frantic Fest. Come al solito si aggiungono rubriche (Thrash, Prog, Stay Brutal, Cinema) e recensioni!
SFOGLIATELO IN BASSO, DOPO L’EDITORIALE!
Ecco l’editoriale di Fabio Magliano:
Il nuovo che avanza? No, meglio l’usato sicuro. Se sicuro, in questo senso, è sinonimo di qualità. Il numero che avete “tra le mani” di Metal Hammer è un inno a quel metal che di spegnere la luce non vuole proprio saperne… e meno male se il prodotto finito riesce ancora a raggiungere livelli difficilmente raggiungibili da gruppi imberbi al primo affaccio sul mondo della discografia. Ce lo insegnano bene i The Lurking Fear, band neonata ma dalla line-up da enciclopedia del metal, tra un microfono affidato a Tompa Lindberg e una batteria maltratata da Adrian Erlandsson, che con il loro debut ‘Out of the Voiceless Grave’ scrivono un valido trattato su come deve essere suonato (e concepito) il metal a Göteborg e dintorni, ponendo una nuova tacca ad una tradizione musicale che negli anni ha influenzato in modo massiccio il metal a livello mondiale. Una tradizione ripresa, rielaborata, rimasticata negli anni dai compatrioti Arch Enemy, che oggi tornano alla carica a tre anni di distanza dal bistrattato ‘War Eternal’, lavoro troppo condizionato dagli stravolgimenti a livello di line-up e l’inizio dell’ “era” Alissa White-Gulz dopo l’abbandono della “garanzia” Gossow. Un ritorno segnato da ‘Will The Power’, un disco che con l’approdo alla corte di Amott di un pezzo da novanta come l’ex Nevermore Jeff Loomis consente alla band di riprendere quota e, seppur non riportandola ai livelli del passato, lascia filtrare sprazzi di luce che ben sperare fanno per il prosieguo del cammino. Il tris di “vecchietti indomabili” è calato dai Paradise Lost, semplicemente sorprendenti con il nuovo ‘Medusa’. Un autentico monumento al gothic-doom, un lavoro oscuro, granitico, a tratti inquietante, che ci mostra una band desiderosa di lasciarsi definitivamente alle spalle le sperimentazioni di inizio millennio per rituffarsi in quelle sonorità plumbee che ne hanno caratterizzato le prime produzioni e che sono tornate prepotentemente a galla negli ultimi lavori. A corollario di questa carrellata di “usato sicuro” i Rage dell’indomito Peavy Wagner che, dopo la rifondazione, sono ripartiti con un disco più che positivo come ‘Seasons of the Black’ e gli Enslaved che celebrano i 25 anni di carriera con un tour che arriverà anche in Italia ma, soprattutto, con il fenomenale ‘E’. Ma ancora i rocker Mr. Big la cui classe scorre a fiumi in ‘Defying Gravity’, i malefici Venom Inc. con il trio Mantas-Abaddon-Dolan capace di mettere su una autentica macchina da guerra, e i The Haunted, gente che sa quando e come fare male… Insomma, evviva la gioventù ma fino a quando i “vecchietti” sapranno ancora produrre lavori di questo calibro, carta e penna in mano e giù di appunti. Perchè la sopravvivenza del metal passa inevitabilmente anche da questi insegnamenti.